Mondo contadino e azione meridionalista è il titolo del libro fresco di stampa di Gilberto Antonio Marselli. Il titolo è un’endiadi, il cui secondo termine richiama l’indovinato titolo di un libro di Rossi-Doria “Riforma agraria e azione meridionalista (1948) ”, che costituisce l’annuncio di un percorso che si snoda rivivendo l’esperienza del Gruppo Rossi- Doria a Portici. Significativamente si contempla il percorso dal balconcino che dona l’affaccio sui Sassi, esistente vicino al seicentesco Palazzo Lanfranchi (sede del Museo nazionale dell’Arte Medievale e Moderna). Quell’affaccio è riportato in copertina – una bella copertina color terra maggesata – nella raffigurazione pittorica al centro, segnalando la successione, legando le rispettive cravatte di GIL, l’antico Maestro e dell’ex allievo, che aveva frequentato il corso di Sociologia tenuto dal primo: quell’Lms (Luigi Maria Sicca, autore della Nota editoriale Viaggio a Mezzogiorno. Ammirare i Sassi di Matera in religioso silenzio, da quel punto di vista, coltivava in GIL la speranza di accendere, nel giovane amico, quell’entusiasmo che, a suo tempo, lo aveva preso, giovane assistente a Portici, quando per la prima volta si avvicinò a quella realtà, nei primi anni ’50, e in sfumata posizione subordinata piuttosto a Antonio Albanese che a Rocco Scotellaro, iniziò a prendere forma la stessa mia amicizia..

Gli intrecci dell’amicizia, di un’amicizia meridionale, direi! Luigi Maria Sicca e Franco Vitelli, che non c’è bisogno di presentare ai lettori di Rabatana, cultori di discipline alquanto differenti, che mai si sarebbe potuto pensare che avrebbero trovato punti in comune, invece quel punto in comune lo trovarono nell’occasione del dibattito sugli studi umanistici come fonte del sapere manageriale, sollevato con il n. 1 della Collana Punto Org, nella quale è ora pubblicato anche il libro di GIL.

GIL fu invitato a partecipare, a Bari, al detto incontro, ospite in auto del giovane amico napoletano, non potendo non lasciarsi prendere dall’abitudine di illustrare problematicamente tutte le realtà che attraversavano: dalle diverse modalità del paesaggio agricolo, alle differenti caratteristiche delle varie  comunità rurali man mano che lasciavano l’Appennino campano, l’Irpinia ed il Sannio, attraversavano le Murge e, infine, raggiungevano il Tavoliere di Foggia. Durante il viaggio di ritorno, GIL non esitò a chiedere a Lms di dare una svolta al loro viaggio, per consentirgli di intervenire ad un incontro che era stato da tempo programmato presso il Centro di documentazione Rocco Scotellaro di Tricarico, al quale era stato insistentemente invitato, essendo stato tuttavia costretto a rifiutare, perché impossibilitato a recarsi a Tricarico da solo.

Durante il viaggio per Tricarico: l’immersione nel borgo La Martella con la famosa chiesa di Ludovico Quaroni, oramai diventata famosa anche all’estero; le grotte di Grottole con gli artigiani intenti a modellare le anfore lucane, i vasi di terracotta e le ceramiche; quindi le caratteristiche abitazioni all’ingresso dell’abitato di Grassano, i famosi lamioni, noto per l’inchiesta parlamentare sulla miseria ed i mezzi per combatterla voluta, a suo tempo, dall’on. Gaetano Ambrico; e, infine, il distributore di benzina che, un tempo, era stato di Michele Mulieri, uno dei cinque protagonisti di Rocco Scotellaro sui Contadini del Sud.

A Tricarico, grande sorpresa in coloro che non l’aspettavano più e avevano provveduto alla sua sostituzione. Qui devo correggere GIL, fidandomi della mia memoria, della quale ciecamente mi fido. Il Centro non pensò di sostituire GIL, ma dette l’incarico di leggere la relazione da lui predisposta e inviata al Centro. Giunto inaspettatamente a Tricarico, preferì non prendere la parola e sedersi tra il pubblico, vivendo la strana sensazione, come scrive nella Premessa al libro, di «essere al tempo stesso “presente/assente”». Non fu presente fino alla fine e riuscì a sgattaiolare senza farsi notare.

Un omaggio alla casa natale di Rocco Scotellaro, una vista al rione Rabatana, la visita al Cimitero, per ammirare la tomba di Rocco opera dell’arch. Rogers.

Molto probabilmente, conclude la Premessa del libro di GIL, se non gli fosse stata offerta l’occasione di quel viaggio a Bari, Matera e Tricarico, il libro non sarebbe stato mai scritto e sarebbe rimasto sparso tra i suoi – troppi – ricordi di una vita intensamente vissuta nel Mezzogiorno.

 

2 Responses to Il ritorno di GIL

  1. Gilberto Marselli ha detto:

    Tutto esatto e grazie per questa lusinghiera presentazione. Una sola correzione, però ! Non è vero che, all’incontro di Tricarico, fu letta una mia relazione scritta inviata precedentemente alla Biscaglia: era stat incaricata una mia ex-collega professoressa di Storia Economica (la Assante) di fare la relazione. E mi fu piacevole ascoltarla. All’uscita, mi intrattenni con Pasquale Toscano, anche lui ex-Sindaco di Tricarico, che per statura e per tanti altri minimi segni mi ricordava tanto Rocco Scotellaro. Per me, ogni ritorno a Tricarico vale sempre come un “ritorno a casa” e non vorrei allontanarmene mai…..Leggere la Rabatana è anche questo un tornare a casa ! Grazie caro Antonio…..

  2. angelo colangelo ha detto:

    Caro Antonio, nella tua memorabile nota di presentazione della sua ultima fatica letteraria c’è il ritratto meraviglioso di Gilberto Marselli, con la sua riconosciuta grandezza intellettuale e la sua rara sensibilità umana.Io mi accingo a leggere “Mondo contadino e azione meridionalista”, che ho appena ricevuto, e spero che avremo modo di scambiarci le nostre impressioni e, soprattutto, le emozioni, che sono certo emergeranno dalla lettura. Prefiguro, infatti, che questa si prospetti, come per altri scritti di Gilberto, istruttiva, arricchente e coinvolgente. Un caro saluto, Angelo Colangelo

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