La tesi di Maria Teresa Langerano «Amelia Rosselli e Rocco Scotellaro» è la prima di tre tesi su Scotellaro che «Rabatana» e si accinge a pubblicare. Rabatana ha anche cortesemente ricevuto da tempo una tesi su Mario Trufelli, che sarà pubblicata se l’autore ne darà il permesso.

     Di Maria Teresa Langerano conosco anche alcune sue poesie pubblicate sul  n. 108/2014 della rivista di poeti e poesie «il Parnaso»: le pagine della suddetta rivista mi suggeriscono di dedicare le prossime uscite del blog alla voce di poeti tricaricesi, di cui sono a conoscenza e delle cui opere sono in possesso. Oltre alle poesie di Maria Teresa, alludo alle pubblicazioni di Antonino (detto Ninetto) Gorgone e di Michele e Paolo Guerrieri. E, in particolare, «Rabatana» darà voce alla poesia in versi di Mario Trufelli.

     Chiedo scusa a Maria Teresa per avere occupato parte dello spazio a lei dedicato con la suddetta nota sobriamente programmatica e pubblico la tesi, alla quale si potrà accedere tenendo premuto il tasto CTRL e cliccando il seguente link:

TESI DI LAUREA_MT_LANGERANO_ARosselli_RScotellaro

Per la biografia di Maria Teresa mi servo delle sue stesse parole, che prendo da «il Parnaso».

     Maria Teresa Langerano «è nata a Tricarico il 3.05..1974. Ha conseguito la laurea in Lettere Moderne con lode presso l’Università degli Studi della Basilicata discutendo una tesi dal titolo “Rocco Scotellaro e Amelia Rosselli”. Insegna con passione e dedizione considerando “il suo come uno dei più bei lavori al mondo” perché ha la speranza in un mondo migliore e meno superficiale. È amante di tutte le forme d’arte. È mamma di un bimbo di nome Lorenzo: “la sua più bella poesia».

     Per la presentazione della tesi mi approprio di alcuni brani dell’Introduzione dell’autrice, parafrasandoli.

     La curiosità e l’interesse che spinse Maria Teresa a indirizzare e a sviluppare la sua ricerca per l’elaborazione della sua tesi di laurea nacque dall’aver assistito allo spettacolo teatrale «Contadini del sud», che in molta parte tratta del rapporto tra Amelia Rosselli e Rocco Scotellaro.

     La vita di Rocco Scotellaro, pur se breve, è ricca di eventi, di impegni, incontri e amicizie. Ha numerose frequentazioni e intrattiene rapporti d’amicizia con persone di provenienza sociale e di cultura alquanto diversa dalla sua. L’impegno politico e sociale, come gli amori e gli affetti, gli offrono materia d’ispirazione e diventano poesia. Quando incontra Amelia Rosselli, nel 1950, è uscito da poco tempo dal carcere e sta vivendo un periodo di disillusione.

     Amelia è la figlia di Marion Cave e Carlo Rosselli, il fondatore del movimento politico «Giustizia e libertà».

     Insieme alla famiglia, nel 1946, torna in Italia dopo un esilio involontario. Vive per un periodo a Firenze, vicino alla nonna Amelia Pincherle, sorella del padre di Alberto Moravia. Nel 1949, dopo la morte della madre Marion Cave, Amelia si trasferisce a Roma.Il peregrinare per il mondo le ha fornito una cultura cosmopolita e un modo di sentirsi interiormente apolide.

     Nel primo capitolo della tesi la giovane studiosa tratta della vita e della poesia di Amelia Rosselli: gli elementi fondamentali della sua poesia emergono dai suoi interessi musicali, sociologico-politici e psicologici. Pensa e scrive in tre lingue, attingendo a diversi registri linguistici. È alla ricerca delle forme universali e dell’esperienza sonora, logica e associativa comune a tutti gli uomini e trasferibile in tutte le lingue: ricerca il linguaggio universale.

     Amelia Rosselli, prima di essere poetessa è musicista; l’interesse musicale suscita in lei quello poetico, per cui traspone in poesia le strutture della musica. La musica non è linguaggio universale?

         Il nutrimento della sua anima è la musica, la poesia. Quando questo viene meno i tormenti, che l’accompagnano per tutta la vita, la sconfiggono. La sua esistenza si conclude con l’atto pensato, meditato, quasi goduto del suicidio.

Nel secondo capitolo si ripercorre la ben nota vita di Rocco Scotellaro.

Il terzo capitolo riguarda l’incontro tra Rocco Scotellaro e Amelia Rosselli, durante il convegno su «La resistenza e la cultura italiana» tenutosi a Venezia il 22-24 aprile 1950.

     Scotellaro è affascinato dalla Rosselli; in lei vede rivivere gli ideali del padre Carlo. Amelia ha una cultura aperta, straniera; più giovane di sette anni, consiglia a Rocco i libri da leggere, di scrivere e di lasciare il lavoro presso l’Osservatorio di economia e politica agraria di Portici.

     Degna di nota, all’interno di questo terzo capitolo, l’analisi dei «Taccuini» di Scotellaro, che forniscono stimoli per approfondire temi importanti, quali il rapporto dei due poeti con i genitori, con la politica, con i familiari defunti. Tra i due poeti intercorre un “Gioco poetico”: Rocco le si rivolge chiamandola sempre col nome materno “Marion” e Amelia si firma Marion. (Apro una parentesi, scusandomi. Amelia Roselli, dopo la morte di Rocco, è tornata alcune volte a Tricarico, ospite di Antonio Albanese. Grazie ad Antonio anch’io l’ho incontrata qualche volta. Tutt’e due la chiamavamo Marion).

     Nel quarto capitolo si analizza l’opera poetica di Amelia Rosselli, in cui è presente la figura di Rocco Scotellaro.

      La morte del caro amico offre alla giovane donna una strana ispirazione, fino a quel momento ha scritto soltanto in inglese, ora comincia a scrivere in italiano.

     Compone Cantilena, ventisette poesie per Rocco Scotellaro: un vero lamento funebre.

     In Sanatorio (1954) la morte si configura come una donna. Lei è disperata, ironicamente afferma che le occorre un marito, per guarire dalla sua malattia.

     In Diario Ottuso del 1968, cerca di far chiarezza su un periodo molto delicato della sua vita e cerca di guardare dal di fuori se stessa. Nei capitoli III e IV l’autrice descrive l’incontro con  Rocco Scotellaro. Amelia vede dal di fuori «lei e lui come due passerotti».  Vi affiora un sentimento non vissuto a pieno. «L’ uno non fu mai uomo pienamente e l’altra rifiutò d’esser donna. L’uno morì, l’altra se ne pentì».

     Amelia può essere sorella, figlia e madre di tale uomo.

     La personalità di Amelia è complessa, e le semplicistiche definizioni non sono utili per la comprensione dei fatti; si fa interprete del mondo contadino, ma anela ad una cultura non provinciale.

     La sua poesia e il suo operato vanno al di là dei confini locali. È sintomatica la sua capacità tutta poetica di tradurre momenti di vita quotidiana in poesia, vivendo una tensione tra l’attaccamento alla realtà lucana e il desiderio di distaccarsene. Amelia Rosselli vive una tensione opposta a quella del suo amico, tra la sua condizione di apolide e il desiderio di creare legami, di mettere radici.

 

2 Responses to Maria Teresa Langerano – Tesi di laurea “Amelia Rosselli e Rocco Scotellaro”

  1. Maria Teresa ha detto:

    A distanza di tempo, voglio ringraziare Antonio Martino, che ha voluto pubblicare su Rabatana, la mia tesi di laurea. Rivestendo ciò un’importanza alquanto significativa nell’anno del centenario della nascita del poeta lucano.

  2. Maria Teresa Langerano ha detto:

    A distanza di tempo, ringrazio Antonio Martino per la pubblicazione delle mia tesi di laurea.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.