L’INTERESSE PER IL CINEMA DI ROCCO SCOTELLARO – PERCHE’ SI PUO’ RICOMINCIARE A RACCONTARE (5)
Lina Scotellaro – figlia del fratello maggiore di Rocco, Nicola – leggendo un mio precedente post e accogliendo generosamente l’invito ai miei eventuali lettori di farmi avere una copia dell’ultimo libro in prosa a contenuto drammaturgico Giovani soli, ha fotocopiato il libro, l’ha stampato e me l’ha spedito per posta. Posso quindi continuare a raccontare l’interesse di Rocco Scotellaro per il cinema.
E’ utile, per riallacciare il filo del racconto interrotto, ripetere cose dette molte volte. Sappiamo che Rocco Scotellaro morì inedito, nel senso che non ebbe la soddisfazione di vedere pubblicato un suo libro.
Un libro è un prodotto editoriale. Vuol dire che, di norma, sul testo inviato per la stampa c’è l’intervento dell’editore, che si avvale di suoi impiegati e consulenti per una revisione formale (a cominciare da lapsus, errori della digitazione di parole, ecc.) e ha una sua linea o politica editoriale, per cui, consigliato da suoi editor, interviene sull’opera dell’autore. Il libro pubblicato, quindi, di norma non è quello inviato dall’autore, ma quello sul quale, alla fine dell’intervento editoriale, interviene l’autore dando il Si stampi, come si dice nel linguaggio corrente.
Rocco Scotellaro non ha potuto dare il suo Si stampi a nessuno dei suoi libri. Se andiamo a confrontare i libri pubblicati dopo la sua morte, vediamo che una edizione, via via, è diversa dall’edizione precedente.
L’ultimo libro edito di Rocco Scotellaro (nel 2019) è l’Oscar Moderni Mondadori (Baobab), un volume di 800 pagine contenente Tutte le opere. Esprimo l’auspicio che i giovani invece di sciacquarsi la bocca del nome di Rocco Scotellaro leggano e rileggano il Baobab.
Nella mia lunga vita ho avuta la ventura di conoscere Rocco Scotellaro quando aveva vent’anni e di essere stato suo amico per dieci anni, anche negli ultimi tre anni, quando, dimessosi da sindaco, collaborava a Portici con l’Istituto di Economia Agraria diretto dal prof. Manlio Rossi-Doria e io risiedevo frequentemente a Napoli per i miei studi universitari, a pensione con Antonio Albanese grande amico e oserei dire il più grande amico di Rocco; Rocco vivente avevo letto sue poesie e altri scritti e ne avevo dattilografati alcuni. Dopo la sua morte non c’era un suo libro, non c’era una proposta editoriale a cui egli avesse dato il suo Si stampi. Sei mesi dopo e un anno dopo uscirono, ed ebbero grande successo, tre libri: E’ fatto giorno, Contadini del Sud e l’Uva puttanella, tre prodotti editoriali, il nucleo essenziale della sua opera.
I suoi amici e i contadini amarono intensamente i tre libri, in essi vedevano Rocco, poesie e prose si leggevano e rileggevano in riunioni comunitarie, si imparavano a memoria poesie e brani. Non c’era ancora la TV, d’estate si prendeva il fresco sull’uscio di casa; d’inverno faceva notte alle cinque e si passavano le serate al focolare; sull’uscio di casa e al focolare si radunavano amici e vicinato, si raccontavano i fatti, morto Rocco si ricordavano fatti e i ricordi di Rocco, qualcuno leggeva poesie e prose di Rocco, si spiegavano, se ne discuteva.
Per motivi che è inutile rivangare seguono una ventina di anni in cui se il silenzio non cala su Rocco Scotellaro il merito maggiore è di Basilicata, pubblicazione che ha conosciuto diverse forme editoriali, cadenze e titoli, fondata da Leonardo Sacco, l’ultimo della grande generazione lucana di meridionalisti del secondo dopoguerra, polemista di taglia, che se ne è andato quattro anni fa nel 2018, a 94 anni. Basilicata diventa anche società editrice e a vent’anni dalla morte di Scotellaro (aprile 1974) pubblica il quarto libro postumo del poeta di Tricarico, Uno si distrae al bivio, un libro di racconti di 151 pagine con Prefazione di Carlo Levi.
Dieci anni dopo, a cura di Rosaria Toneatto, cugina di Rocco, è pubblicato un quinto libro postumo, il già citato Giovani soli.
Uno si distrae al bivio e Giovani soli nel Baobab perdono la loro specifica individualità
Nei venti e nei trenta anni trascorsi dalla morte di Rocco il mondo era cambiato. Le serate d’inverno non si passavano al focolare e quelle estive sull’uscio di casa con amici e vicinato, chiacchierando. Si guardava la TV in silenzio. Rocco era morto giovanissimo e moltissimi dei suoi amici e dei contadini che l’avevano conosciuto frequentato e avevano ascoltato al focolare o sull’uscio di casa la lettura delle sue poesie, benché anziani, conservavano un vivo e nostalgico ricordo di lui. Il quarto volume pubblicato vent’anni dopo i primi tre, fu una sorpresa e un regalo e venne accolto con lo stesso spirito dei precedenti, ma non con le stesse forme o modalità, perché si invecchiava e non ci si riuniva più al focolare o sull’uscio di casa, si guardava in silenzio la TV.
Io non ho mai posseduto e letto il quinto libo, Giovani soli, con gli scritti cinematografici raccolti da Rosaria Toneatto. Non si sapeva nulla dell’interesse di Rocco per il cinema, accolto con malcelato scetticismo da Rocco Mazzarone e sull’argomento avevo letto i saggi che si venivano pubblicando, in particolare l’intervento di Rosaria Toneatto al Convegno Scotellaro trent’anni dopo del 1984. Non fu mia scelta non procurarmi Giovani soli, ma dovetti rassegnarmi alle difficoltà ad averlo.
Nel decennio che trascorre tra pubblicazione del quarto e del quinto libro si registrano interessanti novità. Carlo Levi, in nota alla Prefazione della sua edizione di È fatto giorno (aprile 1954) annunciava che nella carte del poeta da poco scomparso era stato trovato un gran numero di altre poesie, di frammenti, di varianti e che ci si proponeva di pubblicare al più presto la raccolta completa della sua opera poetica. Per la realizzazione del progetto trascorsero invece molti anni e, per avere raccolto in un unico volume tutte le poesie di anni ne occorsero cinquanta e sessantotto per vedere raccolte tutte le opere.
Un significativo passo in avanti per la conoscenza dell’opera poetica di Rocco Scotellaro fu fatto con la pubblicazione, nel 1978, di una seconda raccolta di poesie, curata dal prof. Franco Vitelli Margherite e rosolacci, che non realizzò quell’edizione completa annunciata da Carlo Levi, ma come tale fu percepita, la nuova raccolta si presentò come parallela e integrativa di È fatto giorno, formando con questo il corpus poetico di Rocco Scotellaro.
Nel 1982, sette anni dopo la morte di Carlo Levi, fu pubblica un’altra edizione di È fatto giorno. Era un altro libro, un libro diverso. Si disse che con questa nuova edizione Scotellaro fu restituito a Scotellaro ed era difficile comprendere questa asserzione visto che Rocco non ha conosciuta né l’una né l’altra. L’essenziale è che nella prima edizione si vide Rocco, nella seconda no e questa non incontrò nemmeno il favore dei critici letterari. Iniziava una svolta, una rivisitazione critico-filologica dell’opera di Rocco Scotellaro, che nel bene e nel male – come è proprio delle innovazioni, delle svolte radicali – si è conclusa con Tutte le opere del 2019.
Io non sono un letterato, ho fatto altro mestiere nella mia vita, sono stato solo amico di Rocco Scotellaro dal 1943 e non so leggere la sua opera senza fonderla con la sua vita.
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Carissimo nel tuo scritto/ analisi noto quasi un amore ” perduto” x non aver potuto essere ” attore” in prima linea x tutto quanto attiene la vita/ storia di R.Scotellaro.Certamente ne sei un cultore,ammiratore malinconico x essere vissuto un ” po’ più in là ” rispetto a Rocco. Per quanto mi riguarda sicuramente,insieme all’ amica prof.ssa Carmela Biscaglia molto facemmo x far conoscere/pubblicizzare la vita/ storia del ns. caro poeta “contadino”. Un caro,amicale saluto. Rocco
Grazie. Non sono mai voluto essere attore di nulla e in nulla
Leggo su un sito di libri introvabili: “Se un libro scompare, magari vuole solo essere lasciato in pace”; e se, invece, vuole venir fuori?
Penso, sono certo che questo libro vuol venir fuori e perciò l’aiuterò a venir fuori raccontandolo al focolare. Non sono soddisfatto di come il racconto per il cinema sta venendo fuori e lo riscriverò, e solo quando sarà completo, lo pubblicherò su Rabatana e su FB, oppure lo faro stampare da un editore. Se campo, ovviamente, non dimentico mai che sono over 90.
Perché non sei soddisfatto di questa tua opera? È che sei perfezionista.
Buon lavoro, un abbraccio.