Cantilena
poesie per Rocco Scotellaro
(1953)
di Amelia Rosselli

*

Dopo che la luna fu immediatamente calata

ti presi tra le braccia, morto

*

Un Cristo piccolino

a cui m’inchino

non crocefisso ma dolcemente abbandonato

disincantato

*

Bologna perché t’ho in mente

cosa c’entri

città scadente

cattedrale che dubiti

non c’è chiesa a Matera

monte roccione con la porticina

*

Sventolo la bandiera e grido

Quanti puttini

sui gironi e

tu puttanone

*

Mi sforzo sull’orlo della strada

a pensarti senza vita

Non è possibile, chi l’ha inventata questa bugia

*

Come un lago nella memoria

i nostri incontri

come un’ombra appena

il tuo volto affilato

un’arpa la tua voce

e le mani suonano

tamburelli

*

Avanti io seppi t’eri spezzato

come un bastone d’oro

la costante prudenza

m’aveva fatta cieca

quasi ignara

e tu che mi musicavi attorno

*

Tu che sei addormentato

Comprendimi

Ed ora ti sollevi

lesto

e passi via sereno

fuori dalle mura della tua cittadella

Tu che chiarisci le via

*

La luna balla

e sospira

per i campi

*

Rocco morto

terra straniera, l’avete avvolto male

i vostri lenzuoli sono senza ricami

Lo dovevate fare, il merletto della gentilezza!

 

*

Sposo nel cielo

ti ho tutto circondato

ma sei tu che comandi

e sono tua sposa d’infanzia

sposa trasparente

*

Voglio vivere a Matera

rotta spaziata gigantesca

non mi muovo

c’è l’amico morto ieri che tiene compagnia

più che voi città false

*

ti dubito

gobba sono

ti affidavi ad altri

*

Poi si gonfierà

il sacco delle lacrime

ma non si spillerà

lo metterò in un vasetto

greco-latino

me lo porterò a casa

trionfante elefante di pena

*

Bello eri ma troppo fino e troppo caro

bello eri ma troppo fino e troppo caro

ti debbo levar

ti debbo levar

e cercar

la pietra filosofale

*

Come te cavallo di campagna

sono imbronciata

ignorantissima

ignara

*

Erba lunga

spianata

per adombrare

terreno marcio

*

Tu salito nella bruma

ti vedo lontano che ti aggiri

consigliando

che ne è di me e di te ora dopo la morte

tu, sui colli

*

Ah buca della morte

ah fossa

che lo attendi

Si aprono gli orizzonti

ch’io veda

e possa intrecciare le dita

senza mestizia

*

Bologna città sciocca

scendetevi dai piedistalli

Si balla a Matera

*

Ahi piccola notte d’agosto

sei tornata a spezzarmi via la strada

bianca,

lucente

sotto la luna protettrice

*

E’ toccato a te

a soffiare le nuvole

portarle fino al vicinato

come un caldo lenzuolo

per noi tutti ammalati

*

E’ dovuto ad una varietà di ragioni

che tu ed io non ci si possa incontrare

fra l’altro le muraglie

I cieli gli spiriti

*

Lasciatemi

ho il battito al cuore

donna a cavallo di galli e di maiali

*

Rocco vestito di perla

come il grigiore dei colli vicino al tuo paese

mostrami la via che conduce

non so dove

*

nuovo anno

arrivi

teneramente

ossequioso

 

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6 Responses to CANTILENA – Poesie per Rocco Scotellaro (1953)

  1. Langerano ha detto:

    Carissimo Antonio, quando vieni a Tricarico ti presenterò Maria Teresa Langerano, figlia di mio cugino Antonio, che si é laureata ormai da qualche tempo con una tesi su Amelia Rosselli e Rocco Scotellaro. Di questo rapporto se ne parla molto poco nei convegni su Rocco (forse per la tragica fine della poetessa?).
    Ciao
    Mimmo

  2. Antonio Martino ha detto:

    Carissimo Mimmo, di Amelia Rosselli, conosciuta anche personalmente come Marion, il nome della madre che lei aveva adottato e col quale Rocco l’aveva conosciuta e la chiamava,avevo letto abbastanza, ma il tempo passa inesorabilmente. A portata d’occhi ho l’edizione curata per Garzanti da Giovanni Giudici. Giudici parla di una pizza mangiata con Rocco e Amelia e dice che se Rocco non fose morto Amelia non avrebbe avuto un destino così tragico.
    Marion/Amelia mantenne rapporti di amicizia con Antonio Albanese, coltivandoli con qualche visita a Tricarico e scambio di corrispondenza, che Antonio mi faceva leggere.
    Puoi chiedere a tua cugina se può mandarmi la sua tesi, rassicurandola che la conserverò riservatamente?
    Ciao
    Antonio

  3. Martina Faenza ha detto:

    Salve Mimmo, sono una studentessa di Bologna e anche io sto scrivendo la mia tesi su Rocco Scotellaro, anche se la mia tesi è incentrata principalmente sull’opera poetica. Sono molto interessata a questo rapporto tra Scotellaro e la Rosselli e mi farebbe piacere poterne discuterne con sua cugina, poichè leggo che se ne è occupata approfonditamente. È possibile avere una sua mail o un suo recapito? La ringrazio!
    Martina Faenza

  4. Antonio Martino ha detto:

    Caro Mimmo, Chiedo scusa a Martina Faenza, che conosco, se la presento un po’ meglio. E sì studentessa di Bologna, ma è di Eboli, il fratello del nonno è il prof. Faenza, che fu uno dei colleghi di Rocco a Portici. Nel’edizione Vitelli di “E’ fatto giorno” è segnalata (p. 165-66) una precedente versione della poesia “Lo scoglio di Positano” con la dedica «Al caro Faenza, che conosco pauroso anche di vivere».
    Ciao, Antonio

  5. Gilberto Marselli ha detto:

    Caro Antonio, grazie di questa yesoro che è questo sito da te ideato, alimentato e potenziato in modo tale da consentire, man mano, la creazione di una vera comuniutà di persone che, in un modo o nell’altro, ricordano il caro Rocco. Ricordo sempre con nostalgica simpatia gli incontri e le cene a Portici ed a Napoli con Mario e Rocco: quando erano insieme sprizzavanp gioia da tutti i pori e ci rallegravano tutti. A Martina Faenza, tramite il padre, ho già fatto avere la mia nota “Rocco a Portici”: anche io ricordo Vincenzo con momta simpatia e nostalgia. Come vedi, Antonio, sei un preziosissimo ragno che ha saputo tessere questa meravigliosa tela, che è di per sé un grande capolavoro. GRAZIEEEEE
    P.S.; Logicamente mi unisco ai ringraziamenti che tutti sentiamo di fare a Mimmo che ci ha regalato questi frammenti

  6. Antonio Martino ha detto:

    Caro Gilberto, mi hai commosso e strozzato la parola in gola.

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