Continuando a tracciare il cammino dell’Indulgenza del cielo sulle orme della Postfazione del prof. Franco Vitelli – Rose di maggio. Sulla poesia di Mario Trufelli – riporto quattro poesie che – come nota il professore – lasciano un segnale di matrice agreste: CONTROVOGLIA, DIRITTO D’ASILO, ANSIA DEL FUTURO, LUNA CALANTE.

Nel quadro della centralità del mondo animale – segnale di una poesia che ha comunque matrice agreste e nella quale non manca l’influsso colto di Sinisgalli – conviene sottolineare il motivo ornitologico. Il canto degli uccelli diventa sinonimo del canto del poeta o ad esso assonante. In Controvoglia il fringuello e il poeta sono equiparati e vicini anche per la debolezza della “voce”; e tuttavia, basta un sibilo «per rompere il silenzio che ti ossessiona», cioè procedere sulla strada della 206 ripresa della poesia, perché «Ti senti in croce / in questo incalzare dei ricordi». E, sempre «il fringuello guarda irrequieto / il gomitolo della vita / che si chiude all’orizzonte» (Diritto d’asilo). La percezione del tempo che passa inesorabilmente è forte, in uno con il tenace attaccamento alla vita. Viene esibito l’orgoglio dei novant’anni («A novant’anni / sono un sognatore / vittima dei ricordi che tornano alla mente» (Ansia del futuro); e la vita vissuta in veneranda età risulta cosparsa talvolta dal velo dell’ironia. La piccola défaillance di «un piede in fallo» viene rubricata come «una finzione»; e poi giù una sfilza di suggestive immagine poetiche che passano nel dominio della “conoscenza”: «l’insidia dei crepacci», «i lampi improvvisi dei temporali», «il punto esatto / dove l’arcobaleno tocca la terra» (Luna calante). Insomma, poesia e saggezza che deriva dalla vita sono tutt’uno. È chiaro che l’occhio, o la mente, si mostra più sensibile alle ricorrenze per scoprire affinità con coloro che sono «tutti nell’età mai dichiarata». Trufelli, con libertà interiore e senza esitazione, si permette il lusso di “giocare” col calendario e gli anni possono passare nella disattenzione generale, perché ancora lo prende «un’espressione gioiosa della vita» ). La poesia d’amore è declinata in forme varie …come si è visto nel precedente post dello scorso 13 novembre.

CONTROVOGLIA

Il fringuello canta a mezza voce
sibila nel vento
che disperde le foglie secche.
Dolente all’orecchio il suo richiamo
rompe il silenzio che ti ossessiona.
Ti senti in croce
in questo incalzare dei ricordi
cammini controvoglia
l’uccello t’insegue infreddolito.
Ha scelto un compagno
che non ha più voce.

DIRITTO D’ASILO

Ho diritto d’asilo nella terra
dei poeti, la madre terra.
Lenti i fiumi arrivano al mare
a volo si dissetano gli uccelli
il passero pellegrino, la gazza ladra.
Il fringuello guarda irrequieto
il gomitolo della vita
che si chiude all’orizzonte.
Ho diritto al giorno di festa
prima dell’agguato della notte.

ANSIA DEL FUTURO – a mio nonno

A novant’anni
sono un sognatore
vittima dei ricordi che tornano alla mente
m’insidiano nel sonno
mi soccorrono al sorgere del giorno
con tutto l’orgoglio della nostalgia.

L’avevi sempre detto e sostenuto
nelle riunioni di famiglia
che sono un nostalgico.
Ho letto il significato:
“ricordi del passato con l’ansia del futuro”.
È il futuro che m’insegue.
Inutile nascondersi negli abiti della festa
quando si canta, si balla
si raccontano storie.

Per me la storia è ferma
ai tempi dell’entusiasmo.
Ho vissuto gli anni belli
108
della giovinezza:
mi gridavano in testa
i versi di Lucania.
Era il marzo del 1953
e tu, nonno, dicesti
a mia madre dubbiosa:
“Lascialo stare,
fa Gabriele D’Annunzio”.

LUNA CALANTE

Un piede in fallo? Una finzione
per mettermi alla prova.
Conosco l’insidia dei crepacci,
i lampi improvvisi dei temporali.
Conosco il punto esatto
dove l’arcobaleno tocca la terra.
La luna scivola sui tetti
e scompare dietro la grondaia.
“Gobba a levante, luna calante”.

 

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