Armando TORNO

La Vita Felice, Milano, pagg. 256, € 16,50

Tra gli apocrifi del Nuovo Testamento vi sono frammenti di uno scritto antico, il Vangelo degli Ebrei . Conservano una testimonianza sull’arrivo dei Magi. Eccola tradotta da Luigi Moraldi: «Mi pare che questi che vengono siano degli indovini. Osserva con quale sguardo mirano in cielo, come si consultano e parlano l’un l’altro». E ancora: «Mi sembra pure che siano degli stranieri: il loro aspetto è diverso dal nostro; i loro vestiti sono molto ricchi; il loro colorito è molto scuro; le loro gambe hanno i calzoni». I testi non canonici offrono altri particolari. Per esempio, nel Vangelo arabo dell’infanzia si legge che i Magi, dopo aver offerto oro, incenso e mirra, ricevono come ringraziamento da Maria «una delle fasce di Gesù». L’unico Vangelo tra i quattro canonici che parli della vista dei misteriosi personaggi è quello di Matteo. Pur ricordando i regali, la stella, Erode e altri particolari, non ne riporta il numero, né il nome; anzi li presenta genericamente: «Alcuni Magi giunsero da Oriente a Gerusalemme» (2,1). Soltanto nella più tarda tradizione agiografica, forse deducendo dai doni recati, si parlò di tre Magi. Nelle catacombe romane dei santi Marcellino e Pietro sono soltanto due (290 circa), in quelle di Domitilla quattro (IV secolo). Furono chiamati re dal III secolo; inoltre Gaspare, Melchiorre e Baldassarre sono nomi attribuiti loro da un’usanza attestata dal VI secolo. L’arrivo dei Magi è uno degli episodi della Scrittura che conobbe innumerevoli varianti e raffigurazioni artistiche. Nel Medioevo le narrazioni si moltiplicarono e, tra gli altri, Marco Polo alla fine del ’200 ricorda nel Milione di averne visitato le tombe nella città persiana di Sāva. Sarà però l’opera del carmelitano Giovanni di Hildesheim (morto nel 1375), maestro alla Sorbona e presente alla corte di Avignone, a esporne la storia. Un libro che avrà vasta eco, vergato con l’intento di legittimare l’autenticità delle spoglie dei noti personaggi traslate da Milano a Colonia nel 1164 (del resto, recita il titolo originale: Liber de trium regum corporibus Coloniam translatis ). Ritorna ora disponibile La storia dei Re Magi , a cura di Alfonso M. di Nola, con un informatissimo saggio introduttivo e un formidabile apparato di note che consentono di ricostruire le molteplici ipotesi religiose e mitiche nate da quei personaggi. Qui confluiscono cronache e racconti anche stravaganti. Giovanni di Hildesheim nulla tralascia, dall’apparizione della stella alla profezia di Abacuc che si avvera, via via sino a parlare dei tre re ordinati vescovi e quali prodigi compirono dopo la morte. Non soltanto: nel racconto s’incontrano figure come il prete Gianni, Elena la madre di Costantino che recupera le loro spoglie in India e le porta in Santa Sofia, a Costantinopoli; e da qui saranno poi traslate a Milano, in Sant’Eustorgio. Federico Barbarossa, dopo la conquista del capoluogo lombardo, ordina il trasporto delle reliquie a Colonia, dove la narrazione di Giovanni di Hildesheim si ferma. Un libro che rappresenta, per usare le parole del curatore, «la sintesi ultima di tutte le leggende che, dai primi secoli cristiani, si erano formate in Oriente e in Occidente intorno ai Magi evangelici». I quali, quando si cerca di avvicinarli, svelano i loro segreti e rivelano miti e testimoniano storie incantevoli. Di quei “ màgoi ” di cui parlano i testi greci di Matteo e apocrifi, è difficile stabilire nome, provenienza, identità. È già gran cosa accordarsi sul loro numero, sul quale non poco si è fantasticato. Il corteo di quei re resta uno dei più misteriosi e fortunati che l’uomo abbia mai cercato di descrivere.

IL SOLE 24 ORE
03 GENNAIO 2021

Giovanni di Hildesheim: monaco carmelitano, nacque a Hildesheim, in Germania, tra il 1310 e il 1320 e morì a Marienau nel 1375. In giovane età, entrò come monaco nel monastero di Marienau, nei pressi di Hameln, nella Bassa Sassonia. Nel 1358 fu nominato lettore della Bibbia all’Università Sorbona di Parigi, nel 1364 lettore all’Università di Strasburgo.

 

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