Rocco muore a 30 anni lasciandoci un patrimonio di più di 500 poesie, traduzioni, frammenti ed epigrammi, canti popolari, stornelli, libri in prosa (Contadini del Sud, L’Uva puttanella), racconti, prose giornalistiche e scritti cinematografici.

L’Oscar Moderni Baobab, giugno 2019, 800 pagg., raccoglie a cura dei professori Franco Vitelli, Giulia Dell’Aquila e Sebastiano Martelli Tutte le Opere di Rocco Scotellaro. Non mi vanto se dico che ho letto tutte le poesie e quasi tutti gli scritti in prosa, in gran parte riportate e riportati sul mio blog Rabatana – cammei e bagatelle tricaricesi, perché grande è stata la gioia e la felicità della lettura e della copiatura. Non poche poesie ho ascoltato dalla viva voce di Rocco.

Apprezzo molto come una grande fortuna poter disporre col Baobab di tutte le opere di Rocco Scotellaro e per il centenario della sua nascita mi auguro che il Baobab venga attentamente letto. Per dirla chiaro e tondo mi auguro che vengano ascoltate parole di Rocco e non parole di intellettualoni che fanno dire a Rocco quello che loro vorrebbero che avesse detto.

Io ho qualche anno meno di Rocco, ho avuto rapporti non sporadici con lui e ci univa il fatto che il mio “migliore amico”, Antonio Albanese, fosse anche il suo “migliore amico” e amico e collaboratore di Leonardo Sacco. Quando Rocco morì, avevo letto tutto Rocco che Sacco pubblicava in libri e riviste, molte poesie le avevo dattiloscritte io per Rocco sulla Olivetti Lettera 22 di mio padre, altre me le aveva passate Rocco stesso e altre le avevo ascoltate direttamente dalla sua voce. Non ricordo tutto, ma di alcune poesie o prose ricordo momenti e circostanze in cui ne venni a contatto con la lettura o l’ascolto, e sono momenti che rivivo emozionalmente.

Ma quando morì e non ci lasciò neanche un libro, ci sentimmo persi, orfani e nudi.

Grazie a Carlo Levi e al prof. Manlio Rossi-Doria vivemmo immediatamente giorni, settimane e mesi di emozioni intense, che non si possono descrivere e comprendere, di attesa dei libri di Rocco in stampa e avremmo letti.
Dopo  sei mesi, giugno 1954, nello Specchio di Mondadori fu stampata a cura di Carlo Levi la prima edizione della raccolta di poesie È fatto giorno; a dicembre fu stampata sempre nello specchio di Mondadori una seconda edizione con 10 Tavole di Aldo Torchiaro: da notare che Carlo Levi, noto grande pittore volle che le illustrazioni fossero disegnate da un pittore allievo, amico  e collaboratore di Renato Guttuso, altro grande pittore di altra tendenza e orientamento diversi, un rivale direi.

Solo sette mesi dalla morte di Rocco, luglio 1954, fu stampata dalla casa editrice Laterza la prima opera in prosa, Contadini del Sud a cura di Manlio Rossi-Doriae dopo un anno, sempre da Laterza con la cura di Rossi-Doria l’opera in prosa che Rocco chiamava romanzo, il romanzo che mai finirò, L’Uva puttanella.

1954 giugno e dicembre: Con lo Specchio di Mondadori il primo libro di poesie di Rocco Scotellaro, E’ fatto giorno: in ccopertina si legge il nome del poeta appeba scomparso, il titolo della raccolta di poesie, la collana editoriale in cui il libro è pubblicato. Manca l’indicazione della Prefazione. Si apre il libro e si legge la Prefazione di Carlo Levi, con la data di aprile. In poesia, quando è vera poesia, gli ‘a capo’, gli spazi bianchi sono poesia, grande poesia è questa prefazione alla prima edizione di E’ fatto giorno.
A dicembre, nel primo Specchio illustrato, con le dieci tavole di Aldo Turchiaro.
Lessi la prima edizione con prestiti o ai focolari. A dicembre comprai in una biblioteca di Napoli di fronte alla Galleria lo Specchio illustrato, che leggo, rileggo e non si consuma.

Il libro poi divenne introvabile e nel 1982 sparì, sostituito da un’altra edizione curata dal prof. Franco Vitelli, che fu fatta subito oggetto di aspre critiche, ma questo è il libro di poesie di Rocco Scotellaro che si può trovare, che dal 1982 ha preso il posto dell’edizione leviana, ed è il libro che si legge sul Baobab.

Vediamo qualche intervento critico sull’opera del prof. Vitelli (non conosco interventi favorevoli), a cominciare dalla Storia e preistoria dell’edizione leviana di E’ fatto giorno di Gigliola De Donato, in Scotellaro trent’anni dopo, Atti del Convegno di studio Tricarico – Matera 27 – 29 maggio 1984, Basilicata Editrice, pp. 311 – 340. Nello stesso volume (p. 187) si può leggere anche l’imbarazzo del prof. Ennio Bonea (1924-2006), professore di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Lecce, nella sua relazione «Le ideologie di Scotellaro». « Era tempo – scrive Bonea – che, a circa trent’anni dalla prima pubblicazione, si provvedesse a ripresentare un libro divenuto introvabile; sia lode dunque a Vitelli; ma non posso nascondere il mio imbarazzo, quando ho rilevato che l’«Oscar», anziché essere riproduzione in veste più modesta e a prezzo più contenuto di un testo più elegante tipograficamente e più costoso[1], è un’edizione «accresciuta» e, sul piano filologico, atipica: non è critica né diplomatica. Dico queste cose, avendo sperimentato la pratica difficoltà di studio nello svolgere il mio corso universitario, perché a uno studente in possesso della vecchia edizione, non ho potuto opporre l’autorità non indiscutibile della nuova, per la prevalenza scientifica di un’edizione rispetto all’altra».

Molto severo il giudizio che si può leggere in uno scritto online di Giovanni Caserta, scrittore e storico materano  (http://www.miglionicoweb.it/santagnese/scotellaro_caserta.htm). Scrive Casera: « Questa nuova edizione di E’ fatto giorno, purtroppo, dette della poesia di Rocco Scotellaro un’immagine assai diversa e molto lontana da quella conosciuta per il tramite di Carlo Levi, poiché non teneva conto del fatto, assai normale, e persino ovvio, per cui l’opera che conta è quella che esce dalla casa editrice e non già quella presentata dal poeta. La nuova edizione di E’ fatto giorno, perciò, se da un lato aprì una vivace e interessante querelle di natura filologica, dall’altro decretò la morte letteraria di Rocco Scotellaro, che scomparve da tutti i manuali di letteratura e persino dagli studi specifici riguardanti il Novecento. Questo silenzio si vorrebbe oggi rompere, in occasione del cinquantenario della morte e dell’ottantesimo della nascita; ma l’operazione di rilancio e recupero, se vuole avere successo, deve partire proprio dalla riproposizione dell’edizione leviana di E’ fatto giorno, che ormai è opera di antiquariato e assolutamente irreperibile. Lì è lo Scotellaro che conta: quello che può tornare a vivere, e che si conobbe per primo e per vero ». Se l’edizione leviana è opera di antiquariato irreperibile, può essere rilanciata sul web, pur sine auctoritate. Ed è quello che mi propongo di fare. Giorno dopo giorno riproporrò il vero E’ fatto giorno, una poesia per volta con le Tavole di Aldo Turchiaro, annotando alcune delle poesie per trasmettere una sorta di percezione del passato e del presente, di sentimento del tempo.

Mai avrei pensato di arivar così vicino al centenario della nascita di Rocco Scotellaro. Scrivo queste note il giorno dell’Immacolata del 2021, mancano un anno, quattro mesi e undici giorni al compimento del centesimo anno della nascita di Rocco. Quel giorno mi a me mancheranno due mesi al compimento del 93.mo anno. Potrei arrivarci e potrei non arrivarci, e potrei arrivarci col cervello non a posto.
Per il centenario vorrei poter raccontare al camino la vita e le opere di Rocco. Nell’attesa che questo tempo passi – se passerà – e gli eventi maturino – se matureranno – pubblicherò E’ fatto giorno del Primo Specchio illustrato Mondadori o quello che riuscirò a pubblicare, se il sipario non si abbasserà. Sia fatta la volontà di Dio.

BUONA LETTURA

 

4 Responses to PER IL CENTENARIO DELLA NASCITA DI ROCCO SCOTELLARO LEGGIAMO “IL VERO” E’ FATTO GIORNO

  1. Rachele ha detto:

    A noi buona lettura, a te buon lavoro. Grazie per tutte le cose belle che ci fai conoscere.

  2. Francesco ha detto:

    Caro Antonio, di me forse non ti ricorderai,ma conoscono bene te e tutta la tua famiglia. Ti ho sempre stimato per la discrezionalità e modestia.

    Quello che hai scritto ha rinnovato tantissimi ricordi adolescenziali essendo nato a fine 1940. Grazie comunque e speriamo di ritrovarci a Tricarico .Un grandissimo augurio per le imminenti festività e un abbraccio affettuoso
    Franco

    • antonio martino ha detto:

      Se ti presenti un po’ meglio, cioè se di te mi dici qualcosa in più del semplice nome, sono siuro che ti riconoscerei. Mi sembra di capire, leggendo il tuo messaggio, che anche tu non vivi a Tricarico. Ricambio sentitamente l’augurio per le prossime Festività e l’abbraccio, Antonio

  3. Rocco Albanese ha detto:

    Ciao Antonio, sempre grazie per le letture proposte. E per il ricordo di mio zio Antonio e mio papà, con profonda commozione sulla foto principale di FB. Un augurio di buona salute e lunga vita.

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