Ricordo Massimo Troisi. Misteriosamente lo ricordo, non è ridicolo ricordarlo e in me c’è un motivo che non dico. Serve anche a non cadere nel pensiero unico di questa sporca guerra.

Le riprese del film Il Postino ebbero termine 12 ore prima della morte di Massimo Trosi. Qui si inserisce un particolare che fa ancora venire il groppo in gola: a casa di Neruda in bicicletta  andava la controfigura di Troisi, malato che viveva le ultime ore della sua vita.

Massimo Troisi nel film rappresenta un umile pescatore, Mario Ruoppolo, che diventa postino personale di Pablo Neruda, il grande poeta cileno confinato nell’isola, dove si era sistemato in una abitazione molto lontana e isolata dal centro abitato. Mario gli portava la posta in bicicletta.

Mario e don Pablo diventano amici. Mario si innamora di Beatrice, nipote della proprietaria dell’osteria e chiede a don Pablo di aiutarlo nella conquista della ragazza. Il giorno dopo Neruda accompagna Mario all’osteria, perché il poeta vuole vedere Beatrice da vicino; lì scrive una frase sul libro di poesie che aveva regalato a Mario, dimostrando così ai presenti e a Beatrice la loro amicizia.

I giorni seguenti Mario inizia a corteggiare Beatrice, con le parole e soprattutto con le poesie di Neruda, che fa sue. Poi Mario esagera, dando a Beatrice una poesia un po’ osé, intitolata Nuda,  che il cileno aveva scritto per la moglie. La zia gliela prende e la porta subito dal prete per farsela leggere; quando ne sente il contenuto

nuda sei semplice come una delle tue mani,
liscia, terrestre, minima, rotonda, trasparente,
hai linee di luna, sentieri di mela,
nuda sei sottile come il chicco di grano nudo.
[…].
la zia, fuori di sé, si reca da Neruda per lamentarsi di tutto ciò, e per far dire a Mario che stesse lontano dalla nipote. Don Pablo si lamenta con Mario, e Mario gli risponde che la poesia è di tutti, a lui serviva e se l’è presa. Don Pablo sorride e dice che non aveva mai pensato a quest’uso democratico della poesia. La sera stessa Beatrice scappa per andare da Mario, e sboccia la passione. Decidono così di sposarsi, e Neruda fa loro da testimone.

Il giorno dopo Mario gli consegna l’ultima posta, Neruda vorrebbe dargli dei soldi ma Mario rifiuta, si abbracciano e si salutano. Da quel giorno Mario inizia a scrivere poesie, contribuendo naturalmente al lavoro in osteria.

 

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