MARIO TRUFELLI

La luce, premurosa,
ai piedi del letto
dove indugiano i pensieri.
Un concerto di cicale
invade la stanza.
Dimentica le fughe mal riuscite
i falsi incantamenti,
devi fare uno sforzo
per uscire dal silenzio, il girasole
già guarda verso il cielo.

Commento – quanto mi pare sufficiente per riportare la poesia alla sua essenza lirica – riportando alcuni righi (pp. 201 s.) della postfazione del prof. Franco Vitelli:

« Il ripensamento ab imis d’arte e di vita non avviene d’un colpo, comporta la riflessione lunga, l’indugio sui pensieri; quando magari la casa è invasa dal «concerto delle cicale» che è fenomenologia gioiosa del passato. Scatta allora il pentimento di non aver fatto abbastanza, lasciandosi sedurre da «fughe non riuscite» e «falsi incantamenti» (le sirene mediatiche?), quando invece occorreva concentrarsi «per uscire dal silenzio», perché il girasole con la sua esuberante bellezza «già guarda verso il cielo». La poesia nasce proprio nel «farneticare delle attese», quando si è alla ricerca del senso e della direzione del vivere. »

 

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