Stendo brevi note su Giovannino Guareschi per rispondere alla richiesta di sapere chi fu l’autore della bella favola di Natale.

Guareschi, nato a Roccabianca (Parma) il 1908 e morto a Cervia il 1968, vignettista e autore di alcuni romanzi umoristici, già redattore capo del «Bertoldo», rivista periodica di umorismo e satira, è stato, con Giovanni Mosca, fondatore nel 1945 e animatore assoluto del «Candido» edito da Angelo Rizzoli. Il Candido fu un giornale di satira politica, prevalentemente anticomunista. La satira era rivolta alla politica italiana degli anni del dopoguerra, in particolar modo verso i comunisti italiani, verso l’Unione Sovietica e i paesi del patto di Varsavia, andando sempre più ad accentuare la posizione conservatrice, filomonarchica e accesamente anticomunista. Guareschi inventa, sì, i divertenti «trinariciuti» comunisti militanti che ubbidiscono ciecamente ai diktat del partito anche quando vengono pubblicati su «L’Unità» con marchiani errori di stampa, che l’inducono ad «azioni assurde» -, ma si arrocca su posizioni critiche solo distruttive e spesso antidemocratiche.

Guareschi , peraltro, viene ricordato ed è famoso in tutto il mondo per il grandissimo successo dei racconti, con relative trasposizioni cinemetografiche, sull’antagonismo seriale tra il massiccio sindaco «rosso›› Peppone e il parroco don Camillo,  prete umoroso e manesco. La posizione ideologica mediale di Guareschi è quella del Crocifisso parlante: al di là delle idee, ci sono gli uomini, con il loro groviglio di carnalità, debolezze, speranze, difficoltà quotidiane,  ottusità, rancori; e pur se lo scrittore appare piú orientato a privilegiare la posizione (e il “partito”) di don Camillo, il quadro della piccola comunità della Bassa padana riesce a evadere dal bozzettismo, rappresentando con semplicità – e, se si vuole, anche con un po’ di semplicismo – la situazione sociopolitica divaricata fra Fronte Popolare e Democrazia Cristiana in atto negli anni delle prime elezioni democratiche e della cosiddetta «guerra fredda», una contrapposizione manichea che la maggioranza degli italiani viveva allora intensamente e quotidianamente; senza dire poi che in non pochi episodi – particolarmente in alcuni ambientati nei tristi giorni rovinose piene del Po -la comicità lascia spesso luogo al dramma o a un accentuato tono di tristezza: e chi conosce quali fossero le condizioni di contadini e operai di quelle zone prima e dopo la guerra, riesce anche ad accettare che la partecipazione dello scrittore si tinga di populismo.

Il 14 gennaio 1954 Giovannino Guareschi sferrò dal “Candido” un durissimo attacco contro Alcide De Gasperi, accusato di anti-italianità per una lettera del 19 gennaio 1944 (su carta intestata “Segreteria di Stato di Sua Santità”, dove De Gasperi era impiegato come bibliotecario) in cui sollecitava i servizi segreti alleati a bombardare Roma. De Gasperi disconobbe questo e un altro analogo documento esibito da Guareschi, che venne querelato. Il Tribunale di Milano reputò falsa la lettera attribuita a De Gasperi e inflisse a Guareschi un anno di reclusione. Guareschi parlò di sentenza politica e decise di scontare la pena non presentando appello.
Dietro la controversia si stagliava l’ombra lunga di gruppi neofascisti che avrebbero passato a Guareschi le due lettere, e si registravano sconcertanti intromissioni dei servizi segreti. Attraverso l’intreccio di documenti pubblici e privati, giornalistici e giudiziari, Mimmo Franzinelli ricostruì molti anni dopo, nel libro indagine su un giallo della Prima Repubblica «Bombardate Roma» i retroscena e le dinamiche di questa misteriosa vicenda popolata da personaggi sfuggenti, evasivi  e “doppi”, legati a centri di potere occulti. Quello che ne scaturisce è il quadro inquietante di un Paese “inquinato” da documenti prodotti da epigoni dell’«ufficio falsi» della Repubblica sociale italiana, per delegittimare come traditori i dirigenti antifascisti.

Su questo blog dichiaratamente tricaricese mi diverte annotare che Guareschi nel 1934 frequentò a Potenza la Scuola Allievi Ufficiali di complemento. Alla Scuola collaborò al Numero unico «Macpizero» con L’epistolario amoroso del soldato Pippo (testo e disegni) e altre caricature.

 

One Response to Noterelle biografiche su Giovannino Guareschi

  1. domenico langerano ha detto:

    Mai saputo, e non credo solo io, che a Potenza ci fosse la scuola allievi ufficiali di complemento! Sei veramente un pozzo inesauribile di informazioni. Grazie e buon fine anno

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.