FRANCESCO CRISPI: ELETTO PER 4 LEGISTRATURE NEL COLLEGIO ELETTORALE DI TRICARICO
Francesco Crispi, figura di spicco del Risorgimento fu l’ideatore e il massimo sostenitore della spedizione dei Mille, alla quale partecipò.
Inizialmente mazziniano, si convertì agli ideali monarchici nel 1864. Anticlericale e ostile al Vaticano, dopo l’unità d’Italia fu quattro volte presidente del Consiglio: dal 1887 al 1801 e dal 1893 al 1896, primo meridionale a diventare presidente del Consiglio.
Eletto deputato nel siciliano collegio elettorale di Castelvetrano nelle prime tre legislature del regno, come riferisce Rocco Mazzarone nella Presentazione che peciserò meglio più avanti, “veniva eletto per l’XI legislatura il 20 novembre 1870 con 348 voti su 453 votanti, per la XII l’8 novembre 1874 con 348 voti su 359, per la XIII il 5 novembre 1876 con 441 voti su 444, il 16 maggio 1880 per la XIV con 416 voti su 757 dei quali 309 andarono a Francesco Paolo Materi, candidato di Grassano. In quest’ulima legislatura optò per Palermo nel cui Collegio era stato anche eletto”. Occorre precisare che la scelta del collegio di Palermo non fu volontaria, come afferma Mazzarone, lasciando supporre che Crispi fosse rimasto impressionato dal successo del suo avversario, ma fu il risultato di un sorteggio tra i due collegi elettorali.
Nel 1994 la casa editrice Osanna di Venosa ha pubblicato, nella Collana di studi e testi diretta da Raffaele Nigro, con Presentazione di Rocco Mazzarone, una monografia dello stesso Crispi intitolata intitolata: Memorie di un candidato, Il collegio elettorale di Tricarico in Basilicata.
Bisogna precisare – senza nulla togliere all’iniziativa tanto utile di Rocco Mazzarone e delle Edizioni Osanna di Venosa – che questa memoria elettorale è allegata al fascicolo «Il corso forzoso e il riordinamento dello Stato. Discorsi di Francesco Crispi al Parlamento con la monografia del Collegio elettorale di Tricarico, Roma 1874», dedicato, in data 22 ottobre 1874, «Ai miei cari elettori»:
«Vi mando i discorsi pronunziati alla Camera il 7 febbraio ed il 17 aprile 1874 ed una monografia del nostro Collegio.
Con questo non intendo fare un programma, ma esprimervi innanzi al paese tutta la mia devozione. Dopo 30 anni di vita spesi per la causa della liberà non credo necessario di ricordare quali siano le mie opinioni.
Un solo dovere io sento, ed è di testimoniarvi che persisto in coteste opinioni e che in mezzo alle occupazioni politiche non ho trascurato di studiare le popolazioni pel cui suffragio fui deputato nell’ultima legislatura.
Cotesto scopo credo sarà abbastanza raggiunto con la presente pubblicazione».
Il fascicolo è conservato nella Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna, con dedica autografa di Crispi al «Comm. Marco Minghetti», che da oltre un anno era presidente del consiglio dei ministri. Venni a conoscenza di questa pubblicazione leggendo qualcosa di Concetto Valente e, alcuni anni dopo, essendomi trasferito a Modena, mi recai all’Archiginnasio di Bologna per leggerla.
Il discorso sul corso forzoso era stato pronunciato allo scadere della XI legislatura, prima elezione di Crispi nel collegio di Tricarico. L’8 novembre 1874 si svolsero le elezioni della XII legislatura e Crispi, dal 12 al 24 ottobre 1873 aveva visitato per la prima volta il collegio, risultando eletto anche per le successive XIII e XIV legislatura.
Tornò a visitare il collegio, più brevemente, nel maggio 1880 e, durante quest’ultimo soggiorno pronunciò, nell’anniversario del proclama di Salemi (14 maggio 1860), nella sala del Consiglio comunale di Tricarico, un discorso – Il malgoverno e il nostro dovere – in cui, dopo aver ricordato gli avvenimenti del ’60, criticava duramente il comportamento della maggioranza e sottolineava la necessità di riforme radicali.
Crispi, nella citata monografia, fornisce notizie dettagliate del Collegio di ciascuno dei 14 Comuni che lo compongono.
La popolazione del Collegio era di 47.451 abitanti, dei quali solamente 878 elettori.
Tricarico contava 6.856 abitanti, dei quali 94 avevano diritto al voto politico e 149 al voto amministrativo.
Per le restanti notizie rimando alla lettura del libretto delle Edizioni Osanna. Faccio ulteriormente presente che Rocco Mazzarone chiude la sua presentazione auspicando la presenza di Criispi nel mondo politico lucano andrebba maggiormente approfondita. Ritengo che l’auspicio di Mazzarone sia stato largamente soddisfatto dallo storico britannico Christofer J. N. Dugan (1957 – 2015) col suo libro (in lingua italiana) Creare la Nazione. Vita di Francesco Crispi. Laterza 2000 (in seguito Feltrinelli).
Ho notato che il precedente articoletto sul collegio elettorale di Tricarico non ha interessato e suppongo che per questo non sarà cosa diversa. Tuttavia continuerò a lasciare traccia di questa pagina della nostra storia locale fino alla sua conclusione (1919) in memoria del colonnello Rocco Sanseverino, che tante energie spese senza alcun costrutto per renderla nota.
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Grazie, Antonio, per questo tuo contributo, prezioso come sempre. Io avevo letto a suo tempo il volumetto edito da Osanna, ma le tue puntualizzazioni sono utili e interessanti. A presto sentirci, Angelo
Continua con questo tuo lavoro meritorio, ti leggiamo, ti leggiamo.
E non chiamarli articoletti.
Buona serata.
Caro Tonino,
è sempre altamente istruttivo, oltre che piacevole, leggere queste tue pillole di storia tricaricese/lucane .Opportunamente finalizzate ad alimentare le nostre sempre più contratte radici riguardanti il Sud. In tal senso vorrei sottoporti una mia curiosità che non riesco a soddisfare, pur leggendo diversi libri sul processo che portò all’unità d’Italia e soprattutto al fenomeno del brigantaggio: in che misura ed eventualmente con quali personaggi Tricarico è stata interessata da questi due eventi storici ??,
Ti ringrazio a priori e scusami di abusare del tuo ampio sapere.
Un abbraccio.
Tonino
Caro Tonino,
Mi è difficile risponderti. In breve ti dirò che le candidature di personaggi del calibro di De Boni, Crispi e Del Zio hanno attutito i difetti e i vizi del sistema elettorale, proprio perché, a parte la loro personalità, non erano candidati locali. Il “candidato locale” l’ho sempre visto come il male necessario della democrazia, ma un male terribile come il cancro. Del resto, pare che Churchill abbia detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte le forme che si sono sperimentate fino ad ora.