Disegno della pronipote di don Mimì
e mia nipote Anna Martino (11 anni)

All’avvocato De Maria, don Mimì, padre di Titina, alla giovane età di 33 anni, furono amputate le gambe all’altezza del tronco. Per i suoi movimenti rifiutò decisamente la sedia a rotelle e visse una vita all’apparenza più che normale, anzi faceva cose che le persone “normali” non erano capaci di fare. Per i lunghi movimenti si serviva di un calessino, trainato da un asino, che si era fatto costruire basso per poter salire e sedersi più facilmente.

L’immagine che introduce questo post, riprodotta in quarta pagina di copertina del libretto di racconti di don Mimì Taras e altri racconti, è un disegno di fantasia (giacché non esistono fotografie del calesse con Piccolino ) di una bambina di 11 anni, che ora ne ha 12.

Piccolino trainava il calessino per le passeggiate di don Mimì sulla via Appia, o per portarlo a vedere una partita di calcio a Santa Maria o al suo casino di campagna sulla Tempa di Santa Maria o a Tre Cancelli o al Santuario della Madonna di Fonti.  
Era un asino pazientissimo, molto piccolo, ubbidiente, dotato di buone capacità di apprendimento. Così che gli rimase appiccicato il nome di Piccolino.

Quando eravamo piccoli con don Mimì salivamo sul calessino anche noi (io, Giovanni, figlio di don Mimì, Benito Lauria, Giulio DEnte, Mario Trufelli, Mimmo Molinari e Peppe Castagnaro, che accudiva Piccolino …). Ce ne stavamo stipati, Piccolino non dava segni di non farcela, di essere stanco.
In egual misura era paziente ed educato. Poteva resistere ore e ore, senza soddisfare i suoi bisogni, per tutto il tempo di attesa in un posto dove intuiva (come faceva?) che non doveva farli. Per esempio, se era al casino di campagna, resisteva anche un giorno intero, e dava sfogo ai suoi bisogni non appena varcava il cancello; se era in attesa in piazza, davanti a uno dei caffè, aspettava di essere condotto nella stalla, dove quasi sempre lo conduceva Peppe Castagnaro, compagno carissimo della giovane età, che con moltissimo piacere ho rivisto tre o quattro anni fa, molto invecchiato, sdentato. Morì poco tempo dopo. Abbiamo un’età che uno per volta ci sta portando, o presto ci porterà, oltre la cancellata, ma ognuna di queste morti dispiace, dispiace molto. Anche se lo sappiamo che si nasce e si muore, e sappiamo che siamo vecchi.
Gli volevano tutti bene a Piccolino, lo salutavano – Ciao Piccolino -, gli accarezzavano il muso.
Piccolino visse più a lungo di don Mimì, non tirava più il calesse e visse da “pensionato” amorevolmente accudito una tranquilla vecchiaia.

 

One Response to PICCOLINO, L’ASINO PAZIENTE DI DON MIMI’

  1. Antonio Carbone (TONINO) ha detto:

    Caro Tonino,
    della mia infanzia ho un chiaro e caro ricordo dell’immagine, che vedevo da casa, del carretto trainato dall’asino ( il disegno lo ritrae esattamente come è nei miei ricordi) attraversare la Piazza Garibaldi o fermo davanti alla sede ,di allora, della Democrazia Cristiana, che portava Don Mimi a passeggio…
    Un saluto affettuoso,
    Tonino.
    .

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