La fotografia di Rocco Scotellaro con l’asino è conosciutissima, molto diffusa, riprodotta anche sulle copertine dei libri.
Io so come e perché fu scattata e ve lo dico.
Esiste anche un carboncino di Rocco con ciuccio di Carlo Levi, di cui riporto in calce al post una copia. Il carboncino porta la data del 1952 ed è quindi precedente alla fotografia, dell’anno successivo. Non è un ritratto, ma il disegno di un artista, che non riproduce i tratti fotografici del soggetto disegnato, ma l’essenza della sua natura. Non è la fotografia di Rocco, ma è Rocco, con l’asino e le donne contadine che fanno da sfondo, come è rimasto nel ricordo e nel cuore di chi l’ha conosciuto e come mi piacerebbe che venisse guardato da occhi che non l’hanno mai visto di persona.

La foto fu scattata nella piazzetta del Vescovado di Tricarico nell’autunno che precedette la morte di Rocco, un paio di mesi prima. Gli si avvicinò una ragazza, che era in compagnia di amiche, per chiedergli o dirgli qualcosa. Una delle ragazze non la lasciò nemmeno parlare, si infastidì e disse di smetterla, di andar via: – Che stai a perdere tempo cu stu ciuccio? –

Stavano passando in quel momento un uomo col suo asino e Armando Milite, fotografo. (Avevo appuntato da qualche parte il nome del proprietario dell’asino, che non trovo).
Rocco colse l’occasione e chiese ad Armando di fargli una fotografia col ciuccio. Armando lo fotografò e stampò la fotografia, che ebbe una ovviamente limitata diffusione.
Dopo la morte di Rocco le richieste cominciarono a piovergli addosso. Diceva – e Armando lo disse anche a me – che ne aveva vendute 5.000: grazie alla legge economica della domanda e dell’offerta fece un sacco di soldi. La fotografia c’era in tutte le case di Tricarico, accanto al quadro del Cuore di Gesù, e degli altri paesi.

Guardate bene la fotografia. Mi viene un tuffo al cuore. In quell’occasione in cui Rocco venne a Tricarico, se non ricordo male fu la penultima volta, a chi lo trovava imborghesito, forse perché indossava il montgomery, feci osservare gli occhi incavati e il pallore del viso leggermente gonfio e gli dissi: ma che imborghesito, non vedi che sta male ?

Ai miei tempi c’erano più ciucci che cristiani. Non solo ciucci, naturalmente, ma anche muli e cavalli. E non solo. I nostri paesi erano popolati da una molteplicità di animali, con cui ognuno veniva a contatto e qualcuno maturava una coscienza antropologica e poetica.

Rocco con l’asino
carboncino di Carlo Levi
 

3 Responses to COME NASCE LA FOTOGRAFIA DI ROCCO SCOTELLARO CON L’ASINO ?

  1. Angela ha detto:

    A titolo di cronaca il proprietario dell’asino era mio nonno Antonio Malvinni e la foto la diede mia nonna ad un giornalista

  2. Rosa Malvinni ha detto:

    Per informazione il proprietario dell asinello era mio padre Malvinni Antonio nonché amico e compare di Rocco Scotellaro e vicino di casa.quando c’è stato un interesse maggiore per il suo operato letterario e politico un giornalista chiedeva informazioni a tutto il vicinato e vedendo la foto che mia madre custodiva gelosamente l’ha chiesta promettendo che l’avrebbe restituita (purtroppo promessa non mantenuta)

  3. Maurizio Rossi ha detto:

    Sinceramente mi sembra alquanto strano che Scotellaro si fece fotografare con l’asino per una frase di una ragazza, da fonti di gente che ha vissuto quel periodo la foto con il ciuco era rivolta in polemica ad altri.

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