Ad Accettura i corvi erano padroni della foresta che circondava il paese e tuttora offre uno stupendo panorama. Un grande monolite di arenaria, detto Pietra del Corvo, domina la valle della Salandrella.
La Farmacia del corvo aveva un trespolo con sopra un corvo nero parlante. Secondo certe credenze popolari il corvo, essendo in contatto con il Grande Spirito, può guarire la persona che lo invoca. Si spiega quindi e si giustifica la presenza del corvo nella farmacia. Ecco, cibandosi di carni, lasciava le sue feci puzzolenti nella farmacia non pulita con cura: il puzzo, nonché il timore delle beccate del corvo, tenevano lontani i potenziali clienti.
Ricordo la farmacia, il puzzo e il farmacista.

Carlo Levi ricorda « il vecchissimo corvo Marco che sta da secoli nella piazza come un dio locale e svolazza nero sulle pietre ». Al riguardo il mio amico Angelo Colangelo puntualizzò che il corvo Marco campeggiava nella piazza di Stigliano, attuale piazza Garibaldi, vicino alla pompa di benzina. Esso apparteneva, appunto, al proprietario di quest’ultima.
Ricordo anch’io (non dimentichi Angelo quanti anni ho sul groppone) il corvo vicino alla pompa di benzina della piazza di Stigliano.
Che direbbe Angelo se venisse ricordato come un colto professore che dispensava il suo sapere a Parma ? Come Stigliano è al centro del suo cuore, così al centro del pensiero  di Carlo Levi, nel nostalgico racconto del viaggio dell’addio a Grassano verso la sua nuova sede di confino, Aliano, è la foresta di Accettura col suo fresco sottobosco e con i corvi che la sorvolavano , come si può vedere leggendo una più ampia citazione del Cristo: « A San Mauro Forte, poco più in alto sul monte, avrei ancora veduto, all’ingresso del paese, i pali a cui furono infisse per anni le teste dei briganti, e poi saremmo entrati nel bosco di Accettura, uno dei pochi rimasti dell’antica foresta che copriva tutto il paese di Lucania. Lucus a non lucendo, veramente oggi: la Lucania, la terra dei boschi, è tutta brulla; e il rivedere finalmente degli alberi, e il fresco del sottobosco, era per me come un viaggio nel paese delle fate. Questo era il paese dei banditi, e ancor oggi, lo si attraversa con curioso timore; ma è un regno assai piccolo, e lo si abbandona ben presto per salire a Stigliano ».

 

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