La discussione che si è sviluppata su una lettera lucana di qualche giorno fa di Andrea di Consoli può essere presa come un  piccolo campionario di cosa pensiamo della situazione politica.
Mi pare che il pensiero dominante consiste nel rifiuto della rappresentazione di questo sistema.
Nihil sub sole novi: Benito Mussolini sostenne con successo la stessa cosa ed ebbe grande successo. Ma si dimentica di considerare che Mussolini sapeva, come sapeva Churchill, che la democrazia è la peggior forma di governo, e la soppresse. Churchill la difese.
L’alternativa è sempre la stessa.

Probabilmente l’insoddisfazione, meglio il disgusto che mostriamo di avere riguarda il parlamento. E commettiamo un grosso errore di prospettiva.
Il parlamento certamente fa parte del sistema politico, ci mancherebbe! Fa parte ma non è tutto, il sistema ha un significato più largo e generico.
Secondo questo significato tutti i poteri dello stato moderno sono rappresentativi, e lo stato stesso è stato rappresentativo. Questo secondo significato è più reale e più scientifico. Infatti rappresentanza si ha sempre quando una persona non agisce in nome e per conto suo, ma nella vece e nell’interesse di altri, della collettività. Per tal modo gli organi dello stato moderno, senza distinzione alcuna, hanno natura rappresentativa, appunto in quanto operano non iure proprio ma iure repraesentationis.
Per citare un solo contrapposto efficace, basti pensare agli organi della giustizia o delle finanze nominati per concorso, cioè con una selezione improntata soltanto al criterio della capacità intellettuale e morale. Il poliziotto che mi mette le manette ai polsi o il giudice che mi condanna per un reato o che mi assolve dal reato, opera come organo rappresentativo dello stato.

A questo punto mi pare di poter concludere che la rappresentanza politica non è connessa con l’elezione, come volgarmente si ritiene spesso, ma ne è del tutto indipendente; non è limitata ai soli organi elettivi, ma è diffusa in tutto l’organismo dello stato moderno.
Nelle costituzioni moderne la rappresentanza non solo non si fonda sul mandato, ma anzi radicalmente lo esclude.
Decisiva, a questo proposito, è la proibizione, in tutte le costituzioni moderne, del mandato imperativo, ossia di qualsiasi vincolo che gli elettori possano imporre ai membri del parlamento (v. Cost. art. 67: Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione senza vincolo di mandato).
In questo articolo ci sono due norme: con la prima si esclude che il rappresentante rappresenti la volontà di chi lo manda e con la seconda si esclude anche che rappresenti gl’interessi di chi lo manda, potendo, anzi, rappresentare talora interessi contrarî, perché la parte della nazione, da cui è eletto, può avere interessi contrastanti con giusti interessi dell’altra.
Ancora. Vi è un momento giuridico e politico in cui l’intensità rappresentativa, per chiamarla così, del capo dello stato congiunto coi suoi ministri, supera quella della camera elettiva: quando il capo dello stato la scioglie. Allora la presunzione di rappresentanza è tutta a favore del capo dello stato e tutta contro la camera stessa.

Come funziona la democrazia, ossia questo nostro peggiore sistema politico? Mi pare evidente che non funzionerà come il migliore, ma inevitabilmente così come è, come il peggiore. Eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate prima, specificava Churrchill.  E allora si tirino le conseguenze: se qualcuno conosce una migliore forma di governo ci dica qual è o, altrimenti, prima di pontificare, cerchi di immaginare quanto è difficile fare il proprio dovere di cittadino nelle condizioni ora (ora: in questo momento estremamente critico) date dalla peggiore forma di governo.

La democrazia non è cosa semplice, bisogna lavorarci su. La democrazia è un mezzo che ci assicura di essere governati non meglio di quanto meritiamo.

Un’ultima considerazione. Quando si vota il quadro è azzerato. Poco più di 51 milioni di italiani sono chiamati a eleggere il nuovo parlamento e potrebbero eleggerne uno completamente diverso dal precedente. Il nuovo parlamento rappresenterà la Nazione, La Nazione è il complesso delle persone che hanno comunanza di origine, di lingua, di storia e che di tale unità hanno coscienza, siamo noi. La Nazione siamo noi, tutti noi, con pregi e difetti, Il nuovo parlamento rappresenterà quindi  tutti noi oltre 60 milioni di italiani. Dei 51 milioni di elettori sempre meno vanno a votare, ma il parlamento che risulterà eletto sarà sempre rappresentativo di tutti gli oltre 60 milioni di italiani.

Forse la maggioranza degli elettori non sono cittadini che sentono di operare con spirito civico, mi sento di affermare che se ne fregano del dovere civico e non sanno cosa sia. Ma ci danno il parlamento che ci rappresenta tutti. So che il giudizio sugli elettori non è solo morale, ma anche politico, e questo complica le cose.
Questa è la Nazione che oggi formiamo: ci siamo tutti, oltre 60 milioni quanti siamo componenti il popolo italiano. Senza distinzioni di sorta.

 

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