A commento della lettera lucana «La comunione dei  vivi e dei morti  in Lucania» ho scritto che «I miei compagni di passeggiata ora stanno di casa oltre la murata, o in altri Cimiteri in ogni angolo del mondo, o in fondo al mare». Il compagno di passeggiata che giace in fondo all’Oceano è citato nell’introduzione del  capitolo VOLTI del mio libro «Sparse nugae nel tempo dell’attesa», galleria di 24 personaggi.  Lì faccio il nome, non dico della tragica fine di questo speciale amico ma perché merita di essere ricordato e pianto con infinito rimpianto:«Questa parziale galleria è costruita casualmente e mi trasmette insoddisfazione. Non ho avuto l’ardire, costruendo una galleria di ritratti con la penna, meglio con tastiera, di competere col libro di Francesco Galgano intitolato Ritratti con la penna e col pennello, opera di grande scrittore, che vanta cromosomi di artisti del pennello trasmessi dai suoi ascendenti di parte materna, che è tricaricese. Sono invece molto deluso per le troppe esclusioni di volti che affollano la mia mente. Molte assenze sorprenderanno anche chi si avventurasse a scorrere questa galleria. Vi sono state persone, tra le più care amate e stimate, e molte anche molto frequentate, che – è la parola giusta – si sono rifiutate di essere ritratte: l’emozione, la massa di ricordi che affluivano al cervello e al cuore mi bloccavano di fronte alla pagina bianca del computer o del foglio di carta, con le mani incapaci di abbassarsi sulla tastiera o di tracciare segni con la penna. Sarebbe lungo l’elenco di questi volti che si sono negati. Ne nomino solo uno, che nessuno saprà riconoscere o ricordare, il più buono, il più generoso e il più sfortunato: Paolo Juvone.»

 

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