DIETER SCHlENDER – Direttore degli Archivi storici dell’Unione europea dal gennaio 2013

Oggi è stata siglata una convenzione tra gli Archivi storici dell’ Unione europea e l’Istituto Luigi Sturzo relativa al riordinamento e alla digitalizzazione del fondo Emilio Colombo. Il fondo Emilio Colombo è stato depositato all’lstituto Luigi Sturzo seguendo la volontà di Emilio Colombo. È composto da 208 faldoni, 7 fascicoli sciolti e 16 album di fotografie ed è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio il 1° febbraio 2018. Le carte documentano l’insieme delle attività politiche di Emilio Colombo a livello locale, regionale, nazionale, europeo e internazionale. Una volta completato il lavoro di riordinamento e digitalizzazione, l’Istituto Luigi Sturzo autorizzerà la consultazione dei documenti. Questi saranno messi a disposizione in formato digitale sia sul sito internet degli Archivi storici dell’Unione europea sia nella sala di lettura e il sito web dell’lstituto Sturzo. Gli Archivi storici dell’Unione europea si fanno carico del trasporto, del riordinamento, dell’inventariazione, della digitalizzazione e della messa in rete del fondo nell’arco di un anno e riconsegneranno  all’ Istituto Sturzo, alla fine, il fondo cartaceo riordinato e una copia digitale del lavoro. Concluse queste operazioni è prevista l’organizzazione di una conferenza per presentare il fondo al pubblico.

Il lavoro sul fondo Emilio Colombo è il secondo progetto di collaborazione archivistica tra gli Archivi di Firenze e l’Istituto Sturzo, Nel 2013 un progetto simile è stato completato e presentato al pubblico sulle carte di Piero Malvestiti, già presidente della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca) dal 1959 al 1963. La ragione di questa collaborazione può risultare comprensibile alla luce dell’impegno di Emilio Colombo per il processo di integrazione europea. Questo punto è già stato approfon dito dai colleghi, mi limito a ricordare i due mandati di Colombo come membro del Parlamento europeo dal 1976 al 1984 e dal 1989 al 1994, la sua presidenza del Parlamento europeo del 1977 al 1979. Oltre al lavoro parlamentare, è doveroso ricordare almeno l’importante iniziativa Colombo-Genscher del 1981 riguardante il progetto di un Atto europeo per cui lo statista si batté durante il suo mandato da ministro degli Affari esteri (dal 1980 al 1983). Questo documento porterà poi alla Dichiarazione solenne sull’Unione europea del Consiglio di Stoccarda adottata da 10 capi di stato e di governo nel giugno 1983, che preparerà la strada all’Atto unico europeo del 1986.

Il fondo Emilio Colombo arricchisce i fondi delle istituzioni dell’Unione europea depositati a Firenze e approfondisce la conoscenza delle strategie e degli obiettivi di Colombo nel settore della politica europea. Il suo contributo all’Europa è stato riconosciuto anche con il premio Carlo Magno nel 1979 e la medaglia d’oro della Fondazione Jean Monnet per l’Europa nel 2011.

La missione degli Archivi storici dell’Unione europea è definita dalla decisione delle istituzioni dell’Unione europea del 1983 di aprire i loro archivi al pubblico dopo un periodo di 30 anni. Gli archivi hanno come scopo la conservazione, valorizzazione e messa a disposizione del pubblico dei fondi archivistici provenienti dalle istituzioni europee che dal 2015 non è più su base volontaria ma regolamentata dalla normativa Ue. A questo scopo gli archivi costituiscono il deposito centralizzato dei documenti d’interesse storico prodotti dalle istituzioni dell’Ue: il Parlamento europeo, il Consiglio dell’Ue, la Commissione europea, la Corte di Giustizia, la Corte dei Conti, il Comitato economico e sociale e la Banca europea degli investimenti. Si aggiungono poi i depositi delle due prime agenzie europee, il Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale (Cedefop) ela Fondazione per il miglioramento delle condizioni della vita e del lavoro (Eurofound).

Firenze è stata scelta come luogo per gli Archivi storici delle istituzioni dell’Ue per integrarli nell’Istituto universitario europeo, creato dai membri delle Comunità europee nel 1972 per «favorire il progresso delle conoscenze nei settori che presentano particolare interesse per lo sviluppo dell’Europa, e, in particolare, la sua cultura, la sua storia, il suo diritto, la sua economia e le sue istituzioni››. Alla loro mission istituzionale, si è aggiunto, negli anni, l’impegno a raccogliere fondi archivistici di associazioni, movimenti e persone fisiche che hanno svolto un ruolo attivo nell’avanzamento dell’idea di un’Europa unita. Si ricordano gli archivi dei gruppi politici europei e vari archivi di movimenti federalisti, in particolare il Movimento europeo, l’Unione europea dei Federalisti, la sezione italiana del Movimento federalista europeo (Mfe) e il fondo del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa (Ccre) che dal dopoguerra ha favorito numerose iniziative di riconciliazione e ravvicinamento tra le città europee attraverso gemellaggi, scambi culturali e lo sviluppo del multilinguismo. Un altro gruppo di fondi riguarda gli organismi non appartenenti a istituzioni dell’Unione europea, come l’Unione europea occidentale (Ueo), fondata con il Trattato di Bruxelles nel 1948, l’Agenzia spaziale europea (Esa) fondata a Parigi nel 1975 (e le agenzie che l’hanno preceduta) e l’Associazione europea di libero scambio (Aels) creata a Ginevra nel 1960. In aggiunta alla memoria scritta, gli archivi conservano una collezione di circa 900 interviste raccolte tramite vari programmi di storia orale sviluppati dall’Ue e varie collezioni di foto, poster e film europei. Numerose personalità italiane hanno depositato le loro carte private agli Archivi storici dell’Ue. Questi fondi documentano l’impegno e la volontà della politica italiana di aderire in modo attivo e fin dall°inizio al progetto di integrazione europea. In primis, bisogna ricordare Alcide De Gasperi cui l’Italia deve la restaurazione della democrazia dopo la dittatura fascista, svolgendo allo stesso tempo un ruolo di primo piano nei primi passi verso l’Europa unita. Abbiamo poi le carte dei pionieri del costituzionalismo e della democrazia nelle Comunità europee, i fondi degli estensori del Manifesto di Ventotene Altiero Spinelli (1907-1986) ed Ernesto Rossi (1897-1967), per proseguire coni fondi di Enzo Enriques Agnoletti (1909-1986), militante del Mfe e direttore de «Il Ponte» e di Emanuele Gazzo (1908-1994), i cui archivi consentono di ricostruire la genesi e la storia dell’Agence Europe, fondata da Gazzo nel 1953 a Lussemburgo come prima agenzia indipendente di stampa di livello europeo. Ricordiamo, inoltre, i fondi dei presidenti italiani della Commissione europea Franco Maria Malfatti (1927-1991) e Romano Prodi ( 1939-) e della prima presidente di un’istituzione europea, Fabrizia Baduel Glorioso (1927-2017), presidente del Comitato economico e sociale. Sono anche presenti vari archivi privati di vicepresidenti e ommissari italiani: Edoardo Martino (1910-1999), antifascista ed esponente democristiano, membro dell’Assemblea parlamentare europea e commissario alle relazioni esterne, Enrico Gibellieri (1947-), ultimo presidente del Comitato consultivo della Ceca, Lionello Levi Sandri (1910-1991), vicepresidente della Commissione Hallstein e commissario incaricato della politica sociale, Carlo Scarascia Mugnozza (1920-2004), membro del Parlamento europeo, commissario e vicepresidente della Commissione e Lorenzo Natali (1922-1989), anch’egli commissario e vicepresidente della Commissione. La lista si può chiudere con le carte di Ivan Matteo Lombardo (1902-1980), capo della delegazione italiana ai negoziati per la Comunità europea di Difesa, e Bino Olivi (1925-2011), portavoce della Commissione europea. Tra archivi privati ottenuti in deposito più di recente vi sono le carte di Tommaso Padoa Schioppa, direttore generale presso la Commissione europea e membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea, e due archivi depositati da giuristi italiani che hanno ricoperto ruoli europei e internazionali: Antonio Cassese, già presidente dei tribunali penali internazionali per i crimini commessi nell’ex-Iugoslavia e nel Libano e presidente della Commissione internazionale d’inchiesta sul Darfur, e Mauro Cappelletti, rinomato comparatista, già professore alle Università di Firenze e Stanford e all’ Istituto universitario europeo. Il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella ha onorato gli archivi con la sua presenza il 10 maggio 2015 in occasione della sua partecipazione alla conferenza europea The State of the Union quando ha avuto l’opportunità di visionare alcuni documenti storici provenienti dalle nostre collezioni di Firenze, tra cui le carte del Presidente Alcide De Gasperi. Vorrei chiudere questo breve intervento esprimendo l’onore che provo  e confermando l’impegno degli Archivi storici dell’ Unione europea a completare, in collaborazione con l’Istituto Luigi Sturzo, il fondo Emilio Colombo e a metterlo a disposizione della comunità scientifica perché conosca ancora più a fondo il valore di questo uomo, profondamente impegnato nella costruzione per un’ Europa unita

 

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