Tra la fine e l’inizio del 1991-92 mi ricoverai presso l’ospedale di Bolzano. Feci in tempo a portarmi gli Atti del Convegno per il trentesimo anniversario della morte di Rocco Scotellaro stampati da Basilicata Editrice a settembre del 1991.

A Tricarico di quel Convegno era stata tenuta una sessione speciale voluta da Rocco Mazzarone, dedicata al tema dell’ospedale, , ma gli atti di quella sessione ospedaliera non furono pubblicati, non potevano interessare gli intellettuali letterati emunctae naris. Quanto avrebbero insegnate in questo tempo di pandemia le cose ospedaliere che furono dette in quella sessione e forse quanti errori avrebbero potuto evitare.

Titina mi chiede il significato dell’espressione “emunctae naris”.  L’espressione è usata da Orazio (Satire 1, 4, 8) con riferimento al poeta Lucilio: significa propriamente. «che ha le narici pulite, libere da muco», e quindi più pronte a sentire e giudicare gli odori, da cui, per traslato, di ingegno acuto. Con questo significato figurato si usa talora ripetere in tono ammirativo o scherzoso. L’espressione, per evidente opposizione, richiama il detto dei lucani cu mucc a lu nas.

Ero riuscito a portare a Tricarico e a tenere una relazione l’on. Danilo Morini, che era stato relatore della legge di riforma sanitaria del 1978. Io stesso avevo svolto un intervento, di cui conservo il testo, dal titolo L’ospedale tra egemonia e crisi d’identità. Tre parole che oggi mi paiono illuminanti.

Dalla mia stanza di degenza si vedevano, vicini, il fiume Isarco e Trento, che mi ricordavano una bella e brevissima poesia di Rocco Scotellaro, dove si parla di passeggiate in compagnia di Trude, evidentemente giovanilistico amore di Rocco a Trento (in quel liceo Rocco aveva frequentato la seconda liceale e conseguita la maturità classica; ho conosciuto un suo professore).
La ricordavo a memoria:

I nostri passi ricamano le luci
le luci d’oltre Isarco di Bolzano,
io e la Trude andavamo felici
tutte le sere di là mano a mano.

La sera, prima di addormentarmi, dopo aver letto alcune pagine degli Atti, guardavo, vicinissime, le luci di Trento, intravvedevo l’avvallamento del corso dell’Isarco, ripetevo mentalmente questi versi e salutavo Rocco: – Buona passeggiata sotto le luci d’oltre Isarco di Trento. Saluti alla Trude.

Qualche anno dopo venni a sapere dell’omicidio, nel Trentino, di una ragazza altoatesina. Aveva vent’anni, faceva la maestra e si recava a piedi a scuola, in una zona lontana e isolata. Fu barbaramente aggredita, violentata, uccisa, e gettata tra i cespugli di un bosco.
La ragazza si chiamava Geltrude, detta Trude dai familiari e dagli amici. Questa Trude aveva due o tre anni più di me, e questa sua maggiore età l’avvicinava all’età di Rocco, sicché sarebbe potuta essere la Trude delle passeggiate di Rocco, una ragazza che mi pareva di conoscere.
È uno strazio sapere di queste barbarie, ma ti colpisce di più sapere che hanno colpito una persona che ti è più vicina: che conosci, che abitava nel tuo condominio, nel tuo quartiere, nel tuo paese; lo strazio si va placando quanto più la vittima si allontana: non la conosci, non conosci il nome, abitava in un’altra città, in un’altra regione, in un altro stato, in un altro continente.

La Trude di Rocco potrebbe essere ancora vivente, una persona anziana ultranovantenne. Nel Trentino-Alto Adige tante saranno le Trude.
Pensavo che, salutandola, la pensassi ancora vivente, soprattutto che escludessi che fosse stata lei la vittima dell’efferato omicidio. Se la vittima fu un’altra ragazza, aveva lo stesso nome, la stessa età, abitava nella stessa zona, ma non andava mano a mano con Rocco “ricamando” le luci d’oltre Isarco di Bolzano. Era un’altra Trude, sconosciuta.

Ma il pensiero che potesse essere stata la Trude di Rocco non mi lascia in pace.

 

2 Responses to IL PENSIERO DI TRUDE NON MI LASCIA IN PACE

  1. domenico langerano ha detto:

    Meraviglioso e commovente racconto
    Grazie Antonio
    Mimmo

    • antonio martino ha detto:

      Il ricordo di Trude mi ha indotto a fare ricerche sul periodo trentino di Rocco. Hai ricevuto la foto del corpo insegnante del Prati al tempo di Rocco ? Avrò qualcosa da dire sul rapporto tra il prof. Gozzer (cattolico democratico, esponente della Resistenza) e Rocco. Gozzer, che ho conosciuto, ha scritto alcune memorie su Rocco, che purtroppo non riesco (ancoara?) a trovare. Forse ne ha Carmelina Biscaglia.
      Buona notte
      Antonio

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