L’immagine che introduce questo scritto è la foto di classe (3B del liceo-Ginnasio G. Prati di Trento – giugno 1940). Rocco Scotellaro frequentò la seconda liceo sez. B il successivo anno 1940-41 , per cui quello fotografato fu certamente il suo corpo insegnante.
Il primo a sinistra, in piedi, è il prof. Giovanni Gozzer, che di Rocco fu insegnante di italiano e latino. Non so individuare l’altro insegnante di storia e filosofia, il prof. Bruno Betta.

Giuseppe Colangelo, presentato come studioso e didatta, in una conferenza svoltasi all’Associazione “Rosmini” di Trento ha tratteggiato il profilo del prof. Gozzer nel decimo anniversario della scomparsa.
Non conosco il prof. Colangelo, ignoto anche al suo omonimo e mio amico Angelo Colangelo. Traggo quasi tutto quello che sto per esporre da scritti del critico letterario Enrico Grandesso, per un motivo di cui mi scuso in anticipo: non voglio perdere l’occasione di una battuta. Il prof. Grandesso era nato a Camposampiero in provincia di Padova e la battuta chiama in causa lo strapotere in altri tempi, nel Veneto, della galassia dorotea. – Camposampiero ? – – Ah!, sì è quel paesino dietro l’ospedale –.
Grande, grandissimo l’ospedale di Camposampiero, dotato di tutte le specializzazioni e più avanzate tecnologie, un vero modernissimo policlinico. A quei tempi: ora non so e riprendo seriamente il discorso.

Il prof. Giovanni Gozzer (1915-2006) si laureò nel 1938 all’Università Cattolica di Milano. Dal successivo anno 1939 al 1945 insegnò al Liceo Prati di Trento. In quel liceo Rocco Scotellaro, nell’anno scolastico 1940-41, frequentò la seconda liceo, sez. B ed ebbe il prof. Gozzer insegnante di italiano e latino, al secondo anno di insegnamento, giovane professore di 24/25 anni, 8 anni più di Rocco. Giovane anche il prof. Betta, che di anni ne aveva 33/34.

Nell’ultima parte della conferenza il prof. Colangelo inquadra il profilo del prof. Gozzer sotto un aspetto “concreto” ed essenziale per un grande didatta: quello del rapporto con un suo allievo, appunto con Rocco Scotellaro. Gozzer fu sempre fiero di questo studente che sarebbe diventato uno dei protagonisti nel dibattito culturale sul riscatto del Sud povero e contadino.
Nei faldoni del suo archivio personale Gozzer conservò documenti e scritti di Rocco e suoi riguardanti Scotellaro, con l’annotazione del nome scotellaro sul dorso. E conservò per tutta la vita tutti i temi di Rocco, ritenendolo il suo migliore allievo.

Come narra, in terza persona, nel racconto Uno si distrae al bivio, il diciassettenne Scotellaro arrivò a Trento nell’autunno del ’40, quando la seconda guerra mondiale per l’Italia era da poco iniziata. Frequentò qui la seconda Liceo classico ed ebbe tra i compagni di classe il futuro giornalista Alfredo Pieroni.

Il primo impatto del giovane lucano con l’ambiente trentino fu difficile, per la chiusura e il distacco della mentalità del tempo. Egli scrisse che, andando in treno, dopo Verona si aveva l’impressione di entrare in una galleria senza fine, tra montagne poderose. Ebbe bisogno di tempo per “prendere le misure” alla vita cittadina. Trento fu però fondamentale nella sua formazione: egli decise di dare, alla fine dell’anno, l’esame di maturità anticipatamente, e conseguì la maturità classica al “Prati” nel luglio 1941.

Alfredo Pieroni per cinquant’anni è stato uno dei giornalisti di punta del Corriere della Sera, ha consegnato ai posteri in splendidi volumi scritti con la maestria di chi ama veramente questo mestiere. Ne citerò uno solo, per la curiosità che può suscitare, e per cui mi scuso: “Il figlio segreto del Duce” (2006). Proprio in relazione a quest’ultimo, Benito Albino Mussolini, negli anni Cinquanta Pieroni aveva condotto un’inchiesta, per “La settimana Incom”, sulla tragica storia di Ida e Irene Dalsèr e il figlio segreto di Mussolini.
Alfredo Pieroni è stato anche per un biennio direttore del Resto del Carlino, che, vivendo a Ferrara, leggo quotidianamente.

 

3 Responses to ROCCO SCOTELLARO STUDENTE AL LICEO PRATI DI TRENTO. I PROFESSORI GIOVANNI GOZZER E BRUNO BETTA, IL FUTURO GIORNALISTA ALFREDO PIERONI.

  1. Antonio Carbone (TONINO) ha detto:

    Caro Tonino,
    la lettura di questo cammeo, mi spinge a chiederti: quale fu il percorso scolastico degli studi di Scotellaro e come mai da Tricarico andò a Trento ,per frequentare il liceo ?,
    Un caro saluto e grazie per le tue preziose note che ricostruiscono un mondo che non esiste più, ma rafforzano le nostre radici lucane.
    Tonino

    • antonio martino ha detto:

      Il percorso scolastico di Rocco Scotellaro fu molto accidentato, date le condizioni economiche della famiglia. Vengo al liceo. Rocco frequentò il primo liceo a Potenza, a pensione presso privati, con Benì Cataldo, che diventerà ingegnere. Un grosso sforzo per la famiglia. A Trento intanto era andato ad abitare la sorella Serafina, giacché il marito, sottufficiale dell’esercito, lì era stato trasferito. Un’ottima occasione per proseguire gli studi senza spendere soldi. Rocco frequentò il secondo liceo, ospite della sorella, e da privatista, alla chiusura dell’anno scolastico, a luglio del 1941, superò l’esame di maturità classica.

      • antonio martino ha detto:

        P.S. Forse ho sbagliato a cominciare dal liceo. E allora: Le prime tre classi ginnasiali dai frati, ma erano scuole private fece l’esame di “licenza ginnasiale inferiore” a Matera; quarto ginnasio a Matera, a pensione; quinto ginnasio a Tricarico, poiché a Tricarico era stato istituito il ginnasio. Poi liceo a Potenza e a Trento.

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