Sulla prima fila di libri davanti a me, a portata di mano al di là del tavolo da lavoro, sono allineati i primi tre libri di Rocco Scotellaro, pubblicati a giugno e a luglio del 1954 e nel 1955. L’edizione originaria di quest’ultimo libro non è tornata da un prestito e ho supplito alla mancanza con l’edizione dell’ UVA PUTTANELLA e CONTADINI DEL SUD uniti, con Introduzione di Nicola Tranfaglia, pubblicata nel 2000. Un vuoto che mi trasmette l’amara sensazione che manchi il vero Scotellaro e annunci altre mancanze in tutte le sue opere successivamente pubblicate, che sfilano dopo i primi tre col vuoto che ho detto.

Comperai È FATTO GIORNO a Napoli, in una libreria di Toledo di fronte alla Galleria. Siamo invecchiati assieme. Io avevo 24 anni e ora ne ho 91 ed entrambi abbiamo bisogno di una dentiera e di una stampella canadese.

Penso alla crescita dell’opera di Rocco Scotellaro sull’onda della favola del PICCOLO PRINCIPE. I fiori selvatici, che già erano sbocciati quando Rocco era vivo, e gli altri a varie riprese e pazientemente scoperti dopo, non offuscano la rosa, ed essi stessi non sono vuoti, emanano il loro profumo e  sono amati.
Dispiace che Carlo Levi non ha avuta vita per adempiete la sua promessa.

Ma provate a immaginare che io sostituisca il primo È FATTO GIORNO con l’edizione c.d. riveduta e integrata del 1982 a cura di Franco Vitelli. Se spostassi l’ordine originario dei libri di Rocco, se effettuassi la sostituzione, romperei un equilibrio vitale: il germoglio della poesia e il senso di una vita, in quella fila di libri davanti agli occhi, sarebbe annullato e non vi sarebbe più il vero Scotellaro!

Ora la fila è chiusa dall’Oscar baobab. Lì la sostituzione è stabilita con pretesa editoriale e dei curatori: e anche in quell’Oscar baobab manca il vero Scotellaro. Il germoglio è stato sradicato e distrutto. Tuttavia resiste nella mia e in altre librerie, dove l’invisibile diventa visibile e gli occhi vedono – come è stato detto – rappresentare un clima, un’aura che quella poesia e quella storia insieme determinarono. I libri di Scotellaro restano allineati nell’ordine stabilito dal principio, secondo il germogliare dei fiori e il crescere degli arbusti nel passare delle stagioni, chiuso per ora dall’Oscar baobab, che – promette il titolo in copertina – contiene tutte le opere di Rocco Scotellaro. Ma perché non contiene l’originario È FATTO GIORNO ? A tutto concedere: sia l’originaria edizione sia l’edizione del 1982? In un campo di fiori selvatici di campagna anche quest’ultima sarebbe potuta ben stare col suo aspetto selvatico di documento o di rosa selvatica alla quale qualcuno si è divertito ad aggiungere, per … usucapione! due petali cristallizzati

È tutto un mistero: con queste parole Antoine de Saint-Exupéry conclude IL PICCOLO PRINCIPE. Tutto cambia nell’universo se da qualche parte, non si sa dove, una pecora ha mangiato, o no, una rosa … Guardate il cielo. Chiedetevi: la pecora ha mangiato, sì o no, il fiore? E vedrete come tutto cambia … E nessuna persona grande capirà mai che questo possa avere tanta importanza!

I libri di Rocco, man mano che uscivano dopo sei mesi, dopo sette mesi, dopo un anno, dopo  … da quel triste mattino che l’accompagnammo al camposanto, erano come la rosa del piccolo principe, il fiore tanto amato, che egli credeva fosse l’unico fiore esistente nell’intero universo. Erano come … .

La rosa tanto amata per me, e non solo per me, per la ma generazione, è stata il primo È FATTO GIORNO. Nel frontespizio è scritto solo il nome di Rocco Scotellaro, non è scritto che il libro abbia avuto la curatela di Carlo Levi. Per ventotto anni quello è stato il libro delle poesie di Rocco Scotellaro, che ho letto e riletto, abbiamo letto e riletto; le cene con gli amici, non solo a Tricarico, anche a Modena, a Bologna e a Ferrara, dopo qualche bicchiere di vino, finivano che si parlasse di Tricarico, e prendessi quel libro comperato in una libreria di Toledo a giugno del 1954 e leggessi agli amici una o due poesie; sono stato consigliere comunale di Ferrara agli inizi degli anni 70 del secolo scorso, e non concludevo un intervento importante e impegnativo senza leggere o citare qualche verso o, ancor più, leggere qualche frammento dai Quaderni dell’Uva puttanella. I frammenti erano piccoli gioielli, dotati di grande pregnanza politica per quei tempi.

Dal 1954, per un quarto di secolo, non si registrava un ritorno delle poesie in libreria. Nel novembre del 1965 si ha notizia che È FATTO GIORNO è esaurito. La pubblicazione delle Margherite nel 1978 (13 anni dopo!), che allargava il ventaglio della produzione poetica, probabilmente dette forza alle condizioni per una ristampa. Ristampa o riproposizione? Non si vedeva alcun motivo dell’alternativa. Se c’erano – e c’erano – aspettative e richieste riguardavano la ristampa del poema, tanto più che si cercava di supplire col ciclostile alla sua indisponibilità.

 

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