Ripropongo con modifiche post sulle prime elezioni della Camera di deputati del regno d’Italia nel collegio elettorale di Tricarico.

Nei precedenti due post è stata ricordata la figura di Filippo De Boni, eletto nelle prime tre legislature (VIII, IX, X secondo la numerazione della Camera del regno d’italia in prosecuzione della numerazione del regno di Sardegna.)

Dopo De Boni nel collegio di Tricarico fu eletto e confermato per quattro legislature (XI, XII, XIII, XIV), ossia dal 5 dicembre 1870 al 2 ottobre 1882, Francesco Crispi (Ribera (AG) 4.10.1818 – Napoli 11.08. 19019.)
Egli nelle prime legislature del regno era stato eletto nel siciliano collegio elettorale di Castelvetrano  e, come riferisce Rocco Mazzarone nella Presentazione che dirò più avanti, «veniva eletto per l’XI legislatura il 20 novembre 1870 con 348 voti su 453 votanti, per la XII l’8 novembre 1874 con 348 voti su 359, per la XIII il 5 novembre 1876 con 441 voti su 444, il 16 maggio 1880 per la XIV con 416 voti su 757 dei quali 309 andarono a Francesco Paolo Materi, candidato di Grassano.

« In quest’ultima legislatura – sto ancora citando Mazzarone – Crispi optò per Palermo nel cui Collegio era stato anche eletto». Mi tocca precisare che la scelta del collegio di Palermo non fu volontaria, come afferma Mazzarone, lasciando supporre che Crispi fosse rimasto impressionato dal successo del suo avversario, il grassanese Francesco Paolo Materi, ma fu il risultato di un sorteggio tra i due collegi elettorali.

Figura di spicco del Risorgimento Crispi fu uno degli organizzatori della Rivoluzione siciliana del 1848 e fu l’ideatore e il massimo sostenitore della spedizione dei Mille, alla quale partecipò. Inizialmente mazziniano, si convertì agli ideali monarchici nel 1864. Anticlericale e ostile al Vaticano, dopo l’unità d’Italia fu quattro volte presidente del Consiglio: dal 1887 al 1891 (1° e 2° minitero)  e dal  1893 al 1896, senza soluzione di continuità sia nel primo che nel secondo periodo: primo meridionale a diventare presidente del Consiglio. Nel regno d’Italia non esisteva la Presidenza del Consiglio: il presidente operva dal proprio ministero. Crispi, nel primo periodo, fu ministro degli Esteri e ministro dell’interno, nel secondo ministro dell’interno.

Nel 1994 la casa editrice Osanna di Venosa ha pubblicato, nella Collana di studi e testi diretta da Raffaele Nigro, con Presentazione di Rocco Mazzarone, una monografia dello stesso Crispi intitolata: Memorie di un candidato, Il collegio elettorale di Tricarico in Basilicata.

Bisogna precisare – senza nulla togliere all’iniziativa tanto utile di Rocco Mazzarone e delle Edizioni Osanna di Venosa – che questa memoria elettorale è allegata al fascicolo «Il corso forzoso e il riordinamento dello Stato. Discorsi di Francesco Crispi al Parlamento con la monografia del Collegio elettorale di Tricarico, Roma 1874», dedicato, in data 22 ottobre 1874, «Ai miei cari elettori»: «Vi mando i discorsi pronunziati alla Camera il 7 febbraio ed il 17 aprile 1874 ed una monografia del nostro Collegio.
Con questo non intendo fare un programma, ma esprimervi innanzi al paese tutta la mia devozione. Dopo 30 anni di vita spesi per la causa della liberà non credo necessario di ricordare quali siano le mie opinioni.
Un solo dovere io sento, ed è di testimoniarvi che persisto in coteste opinioni e che in mezzo alle occupazioni politiche non ho trascurato di studiare le popolazioni pel cui suffragio fui deputato nell’ultima legislatura.
Cotesto scopo credo sarà abbastanza raggiunto con la presente pubblicazione».

Il fascicolo è conservato nella Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna, con dedica autografa di Crispi al «Comm. Marco Minghetti», che da oltre un anno era presidente del consiglio dei ministri. Venni a conoscenza di questa pubblicazione leggendo qualcosa di Concetto Valente e, alcuni anni dopo, essendomi trasferito a Modena, mi recai all’Archiginnasio di Bologna per leggerla, facendone copia.

Il discorso sul corso forzoso era stato pronunciato allo scadere della XI legislatura, prima elezione di Crispi nel collegio di Tricarico. L’8 novembre 1874 si svolsero le elezioni della XII legislatura e Crispi, dal 12 al 24 ottobre 1873 aveva visitato per la prima volta il collegio; tornò a visitare il collegio, più brevemente, nel maggio 1880 e, durante quest’ultimo soggiorno pronunciò, nell’anniversario del proclama di Salemi (14 maggio 1860), nella sala del Consiglio comunale di Tricarico, un discorso – Il malgoverno e il nostro dovere – in cui, dopo aver ricordato gli avvenimenti del ’60, criticava duramente il comportamento della maggioranza e sottolineava la necessità di riforme radicali.Crispi, nella citata monografia, fornisce notizie dettagliate del Collegio di ciascuno dei 14 Comuni che lo compongono.
La popolazione del Collegio era di 47.451 abitanti, dei quali solamente 878 elettori.
Tricarico contava 6.856 abitanti, dei quali 94 avevano diritto al voto politico e 149 al voto amministrativo.
Per le restanti notizie mi permetto di rimandare alla lettura del libretto delle Edizioni Osanna.

Faccio ulteriormente presente che Rocco Mazzarone chiude la sua presentazione auspicando che la presenza di Crispi nel mondo politico lucano andrebbe maggiormente approfondita. Ritengo che l’auspicio di Mazzarone sia stato largamente soddisfatto dallo storico britannico Christofer J. N. Dugan (1957 – 2015) col suo libro (in lingua italiana) Creare la Nazione. Vita di Francesco Crispi. Laterza 2000 (in seguito Feltrinelli).

 

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